Oggi quello della previdenza è un tema centrale nell'attenzione dell'opinione pubblica, infatti in questi mesi il governo è già all'opera per varare le possibili riforme per innovare il nostro sistema previdenziale che a oggi sembrerebbe non essere più sostenibile per l' INPS.
È la quantificazione del differenziale tra l'ultimo reddito da lavoro percepito e il primo reddito da pensione, a oggi lo scenario che si prospetta davanti è alquanto ostile infatti in media andremo in pensione con un 60% di reddito disponibile rispetto a quello lavorativo. Tra gli aspetti da tenere più in considerazione che possono aggravare questa perdita reddituale ci sono l'inflazione che porterà le pensioni nei prossimi anni a perdere appunto potere d'acquisto, e i fattori legati all'invecchiamento per cui si necessita di risorse finanziare idonee per poter gestire al meglio. Questo processo di consapevolezza e di analisi sono fattori legati a una corretta pianificazione finanziaria che ogni lavoratore autonomo o dipendente è preferibile che faccia.
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Iniziamo con il dare una definizione: La previdenza complementare è un attività di risparmio legata a una somma di denaro erogata sotto forma di rendita o capitale che va a integrare la pensione da lavoro, principalmente è un attività che il contribuente decide di fare in autonomia per mettere al riparo il suo tenore di vita da possibili stress finanziari che potrebbero verificarsi in fase di pensionamento, attraverso la sottoscrizione di una soluzione a premio ricorrente o a premio unico istituita da assicurazioni, banche o società di gestione del risparmio. Nello specifico i premi versati dall'aderente vengono investiti sui mercati finanziari allo scopo di dare una risposta certa contro l'inflazione e ottenere rendimenti che nel tempo possono generare un capitale. Situazione ben diversa se si dispone già di un capitale e quindi viene meno la necessita di crearlo negli anni prima della pensione, a quel punto l'attenzione è rivolta a ottimizzarlo in modo tale da metterlo comunque al riparo dall'inflazione e dargli un opportunità di crescita con dei rendimenti che non gli sarebbero garantiti se lasciato disponibile sul conto corrente o da altri strumenti di deposito. Lo strumento più utilizzato a tal proposito è il premio unico assicurativo che alloca risorse un po come fa il premio ricorrente ma se ne distingue per la frequenza dei versamenti, infatti come si può ben capire si effettua un solo versamento.
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Direi sicuramente si in quanto la fase di pensionamento di una persona che ha scelto di privarsi di una piccola parte di reddito oggi e di spostarla nel futuro sarà migliore rispetto a chi ha deciso di non tener conto dell'unico rischio certo che tutti i produttori di reddito affronteranno un giorno nella loro vita.
Gli strumenti a disposizione dell'aderente sono molteplici dato che possono essere costituiti con diversi mix tra componente azionaria e obbligazionaria, in base all'età dell'aderente e alla propria propensione al rischio. La scelta di uno strumento rispetto a un altro dipende dagli obiettivi individuali, dall'orizzonte temporale e dalla propensione al rischio di ciascuno, che viene valutata insieme al consulente di fiducia in fase precontrattuale. Nel caso di una stipula di un piano di accumulo ricorrente con fini previdenziali l'aspetto fondamentale è la sostenibilità da parte dell'aderente dei versamenti da effettuare con scadenza, mensile, trimestrale, semestrale o annuale, versamenti strutturati in modo tale da essere, modificabili e sospendibili, ma allo stesso tempo vincolanti a scadenza se si vuole raggiungere l'obiettivo prefissato, per ottenere una rendita mensile o l'intero capitale. L'adesione a questo tipo di attività può essere fatta da tutti, dai neonati agli over65. Ovviamente, prima si inizia, minore sarà l'importo mensile necessario e meno influiranno le oscillazioni di mercato. Il tempo è infatti il principale alleato in questo tipo di attività.
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Nel caso in cui nonostante il lavoro ben fatto di pianificazione l'aderente si veda impossibilitato "a causa di un imprevisto" (non valutato adeguatamente in fase di sottoscrizione), a portare avanti il piano sottoscritto può interrompere il versamento nella maggior parte dei casi da 6 mesi a 1 anno e riprenderlo quando si è nella condizione ottimale recuperando i versamenti del periodo di sospensione, qualora l'impossibilità fosse permanente può lasciare quello che si è accantonato fino a quel momento a maturare fino al momento della pensione o chiederne il riscatto anticipato con delle penalità ove previste dal contratto.
Il consiglio che lascio sempre in custodia ai miei clienti che è alla base di una corretta pianificazione finanziaria e quello di abbinare un attività di risparmio gestita completamente in autonomia accanto a un piano di previdenza che sia facilmente accessibile e svincolabile in qualsiasi momento quindi ad esempio se un individuo a una capacità di risparmio di 200 euro al mese è preferibile che 120 li utilizzi per accantonare denaro a scopi previdenziali e 80 li gestisca come una fonte di risparmio autonoma, in modo tale da avere comunque le risorse finanziare necessarie per fronteggiare degli imprevisti, perché i fondi destinanti alla previdenza non devono assolutamente essere presi in considerazione per tali motivi.
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Sono un professionista in grado di offrire una consulenza in ambito assicurativo finanziario per garantire gli obiettivi di protezione reddituale, di previdenza complementare e di gestione patrimoniale. Il focus della mia attività è basato sull'offrire consapevolezza in termini di risk management tramite un processo di analisi finalizzato all'individuazione dei possibili rischi che possono compromettere la vita economica di un azienda o di una famiglia .