In seguito alla chiusura di un fallimento, in presenza dei presupposti previsti dalla Legge Fallimentare, la persona fisica può esercitare nuovamente attività di impresa, senza il pericolo di azioni giudiziarie di quei creditori non ancora soddisfatti dalla procedura fallimentare.
In seguito alla chiusura di un fallimento, la persona fisica può avere interesse a esercitare una nuova attività imprenditoriale senza correre il pericolo che i creditori non soddisfatti nella procedura fallimentare promuovano azioni giudiziarie per recuperare quanto a loro ancora dovuto.
Per evitare questo, il legislatore ha introdotto l'istituto dell'esdebitazione, la cui concessione da parte del tribunale è condizionata alla chiusura del fallimento. Essa si applica a tutti i fallimenti aperti dopo il 6 luglio 2006 (artt. 142-144 L.F.). L'esdebitazione può essere chiesta dal fallito persona fisica nonchè da soci illimitatamente responsabili dichiarati falliti in estensione rispetto al fallimento della società.
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Il fallito può chiedere l'esdebitazione quando ricorrono due presupposti:
Il fallito può avanzare la richiesta di esdebitazione alternativamente:
Il termine massimo per proporre l'istanza è di un anno dall'emissione del decreto di chiusura del fallimento.
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Possono formare oggetto di esdebitazione i debiti residui del fallito nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti. Rientrano dunque i debiti:
Per ottenere l'esdebitazione devono ricorrere congiuntamente delle condizioni comportamentali del fallito legati appunto alla condotta tenuta da quest'ultimo prima e durante la procedura fallimentare.
Anzitutto il fallito non deve essere stato condannato con sentenza passata in giudicato per uno o più dei seguenti reati:
Se è in corso il procedimento penale per uno di tali reati, il tribunale sospende il procedimento di esdebitazione fino all'esito di quello penale.
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Il tribunale si pronuncia sull'esdebitazione con un decreto i cui effetti possono prodursi solo dal momento in cui esso passa in giudicato. Il decreto, che non è revocabile né modificabile, ha natura di sentenza.
Contro il decreto che concede o nega l'esdebitazione possono proporre reclamo:
Da quando il decreto che concede l'esdebitazione diventa definitivo in quanto non è più possibile impugnarlo o sono esauriti i mezzi di impugnazione contro di esso, i crediti residui concorrenti che non sono stati soddisfatti integralmente sono dichiarati inesigibili (art. 143 c. 1, L.F.).
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