Sul finire del 2020 sono state introdotte alcune novità nella procedura di sovraindebitamento, il cui scopo è di facilitare l'accesso per imprese e famiglie. Quandoentrano in vigore le nuove norme? Cosa cambia per la famiglia? Quali conseguenze se dimostrata la mala fede di un solo socio?
Lo scorso 20 dicembre la Legge n 176 ha convertito il Dl 137 del 2020 modificando la legge 3 del 2012 sul tema del sovraindebitamento, semplificando l’accesso alle procedure di sovraindebitamento per le imprese, i consumatori e le famiglie.
La parola sovraindebitamento, volendo semplificare la terminologia, indica una situazione debitoria insostenibile sia da parte dell’impresa che del singolo privato o di un’intera famiglia. Con l’accesso alla procedura di sovraindebitamento, le imprese o i privati possono ottenere un taglio sui debiti contratti.
Perché in una prospettiva di impossibilità di recuperare il credito vantato, una soluzione plausibile è quella di raccoglierne almeno una parte, secondo la logica che un po’ è sempre meglio di niente. In questo modo la legge consente a chi vanta il credito di recuperare parte della somma, e a chi è debitore di poterne versare una parte minore senza incorrere in ulteriori sanzioni o problemi giudiziari.
A partire dal 25 dicembre 2020.
Sì, è vero. È possibile chiedere un termine fino a 90 giorni per facilitare l’acquisizione della nuova disciplina. Ma ciò non vale per l’accordo di composizione della crisi già rigettato dai creditori.
Questa è una delle principali novità. L’accesso alla procedura di sovraindebitamento è possibile per l’interno nucleo familiare, a patto che il debito abbia la stessa origine e che si mantenga la distinzione personale degli attivi e dei passivi.
Si intendono non solo i coniugi sposati, civilmente o con rito religioso con o senza figli, ma anche le coppie di fatto e i parenti fino al quarto grado e affini fino al secondo.
Sì, in maniera proporzionale al debito. È altrettanto vero, però, che anche la risoluzione deve riguardare l’intero nucleo. Non è pensabile che sia risolta solo una posizione e non le altre dell’intero nucleo.
Quando viene dimostrata la colpa grave, la malafede o la frode da parte del debitore a danno dei creditori. Questo vale anche nel caso di impresa con soci illimitatamente responsabili, ove anche una sola frode da parte del singolo impedisce per intero il ricorso.
Se desideri altre informazioni o un chiarimento sull'argomento di questo articolo, clicca su FAI LA TUA DOMANDA per inviare un tuo quesito. Non è richiesta alcuna registrazione. Riceverai la tua risposta, personalizzata, direttamente nella casella di posta.
Know How è un progetto di innovazione della consulenza, a favore di imprese e cittadini, che coinvolge professionisti dell’area legale ed economica. Il progetto è nato dalla mente del suo fondatore, Vincenzo Ciulla, e della sua società di consulenza: Korion.
Il nostro motto è diventato: 100% esitate, perché questa è la percentuale reale delle domande che oggi ricevono una risposta, anche se preferiamo parlare di soluzioni. La sfida per il futuro è ingrandire la community, generare più interazione, fare più informazione e coinvolgere sempre più professionisti, ma solo coloro che credono in quello che facciamo.