Anche nella ristorazione si può fare ricerca e sviluppo e poter accedere al credito d'imposta R&S inaugurato nel 2020. Quali sono le attività agevolabili? L'ideazione di un nuovo packaging è agevolabile? È vero che sono ammesse attività di shelf-life? Posso ottenere credito per nuove ricette?
Il credito d’imposta per le spese di ricerca e sviluppo è stato introdotto nel 2020, con lo scopo di contribuire all’innovazione delle aziende italiane. Si applica anche nel settore della ristorazione
Certo, non vi sono limiti in termini di settore economico al quale applica l’agevolazione. Tuttavia è bene precisare che per ogni settore è necessario che vi sia la condizione di superare gli ostacoli tecnici e scientifici altrimenti non superabili con le conoscenze a oggi a disposizione.
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No, su questo punto vi è una risposta dell’Agenzia Delle Entrate, all’interpello N. 188, con cui chiarisce che l’attività di ricerca finalizzata ad individuare nuove ricette e nuovi piatti non si configura come agevolabile con il credito d’imposta per R&S.
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Sì, i lavori finalizzati ad aumentare significativamente la vita commerciale di un prodotto alimentare possono essere agevolabili con il credito d’imposta R&S.
Anche in questo caso si può fare riferimento al credito d’imposta. Per tutte le attività che hanno come obbiettivo tecnico quello di ampliare le conoscenze e la risoluzione delle incertezze nell’ambito dei prodotti nutraceutici.
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No, non si possono agevolare con il credito d’imposta i lavori di ricerca finalizzati a migliorare o modificare il gusto delle pietanze, in quanto siamo nell’ambito della normale attività di ricerca con cui ogni ristoratore intende distinguersi rispetto agli altri concorrenti.
No, anche quest’attività non è agevolabile con il credito d’imposta in quanto è un’attività considerata ordinaria che non è finalizzata alla risoluzione di incertezze tecniche.
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