La qualità dell’acqua è una tema che tutti dovremmo prendere più seriamente, del resto è un elemento essenziale per la vita di ognuno e la buona qualità di quella che arriva nelle nostre case non è sempre garantita.
Tutto questo genera un secondo problema: il desiderio di bere acqua potabile priva di elementi inquinanti e microrganismi non desiderati ha permesso un incremento senza precedenti nell’acquisto di acqua minerale confezionata nelle tradizionali bottiglie di plastica. I danni per l’ambiente, enormi e visibili già da ora, sono incalcolabili. Con tutto quello che ne consegue per la nostra salute.
In sostanza, l’utilizzo di acqua in bottiglie di plastica non fa altro che spostare il problema per la nostra salute da un fattore a un altro. E abbiamo sorvolato su questioni quali la qualità di un’acqua conservata per settimane e mesi dentro contenitori sottoposti a ogni forma di intemperia.
Allora il Bonus Acqua Potabile può offrire una valida opportunità di migliorare la modalità di approvvigionamento di acqua potabile di ciascuna famiglia italiana, grazie a un contributo economico abbastanza corposo.
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Si tratta di un credito d’imposta pari al 50% della somma spesa tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.
Tutte le spese sostenute nell’arco di tempo di cui sopra, per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare all’interno di un sistema idrico domestico oppure legato ad attività d’impresa.
Certo, il bonus si rivolge non solo ai privati ma anche a coloro che sono titolari di un immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e per tutti gli enti non commerciali.
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Sono previsti due massimali, a seconda che si tratti di privato o di impresa/ente:
Direttamente all’ENEA, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Premesso che il Bonus viene utilizzato in compensazione tramite modello F24, per le imprese, oppure tramite dichiarazione dei redditi per le persone fisiche, sia nell’anno della spesa che negli anni successivi fino a completo esaurimento del credito. Premesso ciò, la spesa dev’essere documentata tramite apposito modello ma facendo attenzione a eseguire il pagamento con metodi tracciabili e riportando in fattura il codice fiscale di chi acquista, se trattasi di privato cittadino. Per la compilazione dei documenti necessari è possibile fare riferimento a questo vademecum in pdf.
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