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Attivo e passivo dello Stato Patrimoniale nel Bilancio societario

Attivo e passivo dello Stato Patrimoniale nel Bilancio societario

Sono due le voci fondamentali in un bilancio d'esercizio: il conto economico e lo stato patrimoniale. Quest'ultimo, a sua volta, si suddivide in attivo e passivo. Vediamo quali voci rientrano in ciascuna delle seguenti categorie, così da comprendere meglio la natura di un bilancio.



Lo Stato Patrimoniale: che cos’è

Abbiamo parlato di Bilancio d’Esercizio più volte e abbiamo evidenziato le sue parti fondamentali, quali il Conto Economico e lo Stato Patrimoniale. Entriamo nel dettaglio di quest’ultimo, analizzandone la struttura e le caratteristiche fondamentali.

Lo stato patrimoniale è quel documento che ci restituisce un’istantanea di un’azienda in un certo momento storico, in merito alle attività e alle passività della stessa.

Tant’è che la struttura di base di uno stato patrimoniale prevede due sezioni: l’attivo e il passivo.

Nella prima sezione sono riportate le informazioni in merito alla provenienza del denaro e come viene speso. Nella seconda sezione, invece, sono riportate le fonti da cui l’azienda attinge il denaro riportato nell’attivo, specificando quale percentuale proviene dai finanziatori, quale dal capitale sociale, dalle riserve e dall’utile dell’anno precedente non distribuito ai soci.

L’articolo del Codice Civile che si occupa della struttura dello stato patrimoniale è il 2424 e tale struttura può essere schematizzata andando ad analizzare il contenuto di ciascuna delle macro categorie attivo/passivo.

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L’attivo dello stato patrimoniale

Per quanto riguarda l’attivo, è bene ricordare che ogni azienda per svolgere la propria attività necessita di una struttura produttiva e che per tale motivo ha necessità di fare degli investimenti, ad esempio, in terreni, macchinari, immobili, attrezzature, mobili, automezzi, scorte, crediti ai clienti, scorte e così via. Tutto ciò entra a far parte dell’attivo, ed ecco perché da questo documento si evince il modo in cui l’azienda ha utilizzato il denaro.

La struttura dell’attivo è definita dal Codice Civile che individua 4 macro classi:

  1. Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti;
  2. Immobilizzazioni;
  3. Attivo circolante;
  4. Ratei e risconti attivi.

Al punto 1 vanno riportati i versamenti che i soci devono ancora sostenere a favore della società. Tali versamenti, anche se non ancora formalizzati, andranno comunque effettuati, senza possibilità di deroga.

Al punto 2 andranno inserite le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie. La differenza è abbastanza intuitiva: sono immateriali tutti i beni non tangibili ma che hanno un valore per l’azienda (ad esempio il marchio o eventuali brevetti). Sono materiali, di contro, quei beni che hanno una fisicità e un valore per l’azienda (gli immobili, ad esempio, ma anche le attrezzature, i macchinari, gli automezzi, etc.). Il valore di questi beni è dato dal valore che essi avevano al momento dell’acquisto oppure della loro produzione. Sono finanziarie, infine, le immobilizzazioni derivanti da partecipazioni in altre società, crediti verso le imprese, le obbligazioni, le azioni proprie, etc.

Al punto 3 va inserito tutto ciò che ha una scadenza più o meno breve: le rimanenze di magazzino, ad esempio, che presto o tardi andranno vendute, i crediti verso i clienti ancora non incassati, le attività finanziarie che non si possono inserire nelle immobilizzazioni, la disponibilità liquida, ovvero tutto ciò che è in cassa o sui conti correnti.

Nel punto 4 vanno quei ricavi che sono di competenza dell’esercizio oggetto del bilancio ma che verranno realizzati in esercizi successivi, oppure di costi sostenuti durante l’esercizio oggetto del bilancio ma di competenza dell’esercizio successivo.

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Il passivo dello stato patrimoniale

Specularmente, vediamo quali sono le voci del passivo. A differenza dell’attivo, la suddivisione approntata dal Codice Civile è in 5 sotto classi:

  1. Patrimonio Netto;
  2. Fondo per rischi e oneri;
  3. Trattamento di fine rapporto subordinato;
  4. Debiti;
  5. Ratei e risconti passivi.

Per quanto riguarda il punto 1 è bene ricordare che il patrimonio netto è dato dalla somma di capitale sociale, l’utile e le riserve. Per capitale sociale si intende l’insieme delle quote versate dai soci. In verità si contano anche quelle sottoscritte ma non ancora versate. Qualora ve ne sia necessità la società può richiedere una ricapitalizzazione, ovvero un nuovo versamento da parte dei soci. Le riserve sono invece quel piccolo fondo che la società accantona per tutelarsi da eventuali eventi negativi. L’utile, infine, rappresenta la ricchezza effettivamente prodotta dall’azienda nell’anno precedente.

Al punto 2 sono riportati tutti i fondi eventualmente predisposti dalla società. La legge ne distingue 3: quello per il trattamento di quiescenza e obblighi simili (dove possono confluire i TFR e le altre indennità), quello per le imposte (utile per quelle imposte di cui non si conosce l’importo o la data, ad esempio per eventuali contenziosi) e gli altri fondi (dove possono confluire cose non previste dalla legge ma che la società valuta in base alle proprie peculiarità).

Al punto 3 si riportano le trattenute effettuate dall’azienda per conto dei propri dipendenti.

Al punto 4 si riportano tutti i tipi di debiti: verso il pubblico, i soci, le banche, i clienti, i fornitori, lo Stato, etc.

Al punto 5 si riportano costi e uscite che l’azienda ha già maturato ma che deve ancora liquidare.

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