La prestazione occasionale è un ottimo strumento fiscale di lavoro per coloro che, per qualche motivo, non hanno ancora aperto una partita iva. Tuttavia, uno dei problemi classici è legato ai limiti reddituali che impongono un tetto di 5000 euro. Eppure le cose non stanno proprio così.
La prestazione occasionale è un’ottima possibilità di incrementare il proprio reddito, anche se derivante da lavoro dipendente, in maniera del tutto legale. Ma è anche un ottimo modo per poter valutare se l’ambito nel quale ci si vuole inserire come autonomo è adatto alle proprie caratteristiche, prima di aprire una partita iva effettiva. Se ci soffermiamo sulla definizione del Codice Civile, all’articolo 222 leggiamo che si definisce lavoratore occasionale chi si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione, né potere di coordinamento del Committente ed in via del tutto occasionale.
No, non è pensabile lavorare in forma continuativa con uno strumento legislativo e fiscale che nasce proprio per il lavoro occasionale, ovvero per un lavoro prestato in via occasionale per un Committente presso il quale vi è assenza di abitualità, professionalità, continuità e coordinazione. Solo se mancano ciascuno di questi elementi si può parlare di prestazione occasionale.
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Vuol dire che per un medesimo committente non è possibile svolgere più di un lavoro annuo. Ciò implica che si potranno avere più committenti e lavorare contemporaneamente su più progetti ma senza che questo avvenga per più di una volta l’anno con il medesimo soggetto. Se ciò dovesse accadere verrebbe meno il presupposto della prestazione occasionale.
La legge stabilisce non solo l’impossibilità di lavorare per il medesimo committente per più di una volta l’anno ma stabilisce altresì che presso il medesimo committente il lavoro non può durare per più di 30 giorni, altrimenti si configura una possibile continuità lavorativa che renderebbe necessaria l’apertura di una partita iva.
Vuol dire che non è possibile utilizzare la prestazione occasionale se si rientra tra le figure che operano in quanto iscritte ad un albo, oppure se si collabora con un’associazione o società sportiva. Deve mancare, quindi, l’espressione della propria professionalità che non può essere spesa come prestazione occasionale ma necessita di partita iva.
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Vuol dire che deve mancare il rapporto di subordinazione e che il lavoro dev’essere svolto in maniera del tutto autonoma. Non solo: vuol dire anche che il lavoro prestato non può essere parte della produzione del committente.
Questo è uno dei luoghi comuni più diffuso. Si tratta di una notizia errata, in quanto i principi che consentono l’utilizzo della prestazione occasionale sono quelli che abbiamo elencato in precedenza (abitualità, professionalità, continuità, coordinazione) e non il tetto reddituale. Ciò vuol dire che se si effettua un lavoro per un ammontare complessivo lordo superiore a 5000 euro ma si mantengono validi i requisiti che abbiamo appena elencato, allora non vi è alcun obbligo di aprire la partita iva. Ovviamente è altrettanto vero che nel caso sia superato il limite di 5000 euro scatteranno altri obblighi in capo al Committente.
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