Era atteso da tempo e finalmente è arrivata la firma del Ministro Giorgetti che rende operativo il Fondo che dovrebbe dare supporto alle attività imprenditoriali costituite da donne. Quali sono criteri di accesso? E quali i tempi di attuazione? I contributi sono a fondo perduto?
Il Fondo ha l’obbiettivo di consentire la nascita di nuove realtà imprenditoriali a nome di donne imprenditrici e attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Per questo motivo la dotazione del Fondo è abbastanza corposa e si aggira sui 40 milioni di euro a cui si aggiungeranno le risorse PNRR pari a 400 milioni.
L’accesso al Fondo sarà possibile esclusivamente attraverso la piattaforma di Invitalia e poi valutate secondo l’ordine di presentazione. Tuttavia non ci sono ancora date in merito all’apertura della procedura e bisognerà attendere un provvedimento del MISE. In ogni caso vale ricordare che oltre ai tempi di presentazione, sarà valutato positivamente l’impatto tecnologico delle proposte inviate.
Al Fondo potranno accedere imprese con sede legale/operativa collocata in Italia e che non siano costituite da più di un anno.
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Al Fondo sono ammesse anche le persone fisiche che intendono avviare l’attività purché, entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda, trasmettano documentazione sull’avvenuta costituzione. Nel caso di lavoratrici autonome, è l’apertura della partita Iva che va presentata entro i 60 giorni.
Ma quali progetti andrà a finanziare il Fondo? Tale strumento finanziario sarà utilizzato per finanziare dei programmi d’investimento da realizzare entro due anni e con un tetto di spese ammissibili fissato a 250.000 euro per nuove imprese e fino a 400.000 euro quelle già esistenti. I dettagli settore per settore saranno chiariti nel Decreto in corso di pubblicazione su cui vi terremo aggiornati.
Il Fondo Impresa Donna potrà intervenire nei seguenti modi:
Le imprese, o le singole donne, che possono accedere al Fondo si possono ripatire nelle seguenti 5 categorie:
Per valutare l’adesione al Fondo, non meno importante è valutare i settori ammessi, che sono quello dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio e del turismo.
Per quanto riguarda il discorso delle spese ammissibili, invece, è da tenere presente che non tutte le spese potranno contare sui benefici del Fondo. Le risorse di quest’ultimo, infatti, potranno essere utilizzate per le seguenti voci di spesa:
Sono ammissibili agli incentivi del Fondo Impresa Donna le sole spese che risultino sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda oppure, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o dell’apertura della partita IVA. Il Decreto ha previsto anche un voucher fino a 5.000 euro per impresa da spendere in assistenza tecnica e di gestione dell’impresa (di cui 3.000 euro per servizi di Invitalia). I dettagli in tal senso, saranno disciplinati da apposito Decreto MISE. Inoltre, una dotazione di 6,2 milioni il Fondo sostiene anche iniziative di promozione dell’imprenditoria femminile nelle scuole e nelle università, attività di orientamento e formazione verso percorsi di studio nelle discipline scientifiche e azioni di comunicazione per diffondere la cultura femminile d’impresa.
Le risorse a fondo perduto, nel caso di nuove imprese, andranno a coprire l’80% delle spese ammissibili, fino a un massimo di euro 50.000. Qualora la domanda sia presentata da donne disoccupate, la percentuale a fondo perduto si innalza fino al 90%. Nel caso di imprese già esistenti, invece, il limite viene definito in base alla data di anzianità.
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