Il prossimo 18 maggio è la data di riapertura per numerose attività commerciali. Oltre il protocollo nazionale che stabilisce le modalità per riaprire in sicurezza, sono stati elaborati anche protocolli su base regionale.
L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio numerose attività commerciali, da lunedì 18 maggio queste hanno la possibilità di tornare a lavorare, dopo le riaperture del 4 maggio. L’attenzione si concentra in particolare su quelle categorie per le quali il distanziamento, se applicato, comporterebbe l’impossibilità di esercitare il proprio lavoro. Parliamo di estetiste, tatuatori, centri benessere, parrucchieri e piercer.
L’unico modo per ovviare all’impossibilità di mantenere il distanziamento sociale, consiste nell’osservare quanto più rigidamente possibile il protocollo di sicurezza emanato dal Governo e dalle Regioni sulla base delle indicazioni dell’Inail.
Sulla nostra piattaforma sono arrivate diverse domande di chiarimento per l’attuazione di questa fase delicatissima, su cui c’è grande attesa non solo per via dei rischi legati alla pandemia ma anche perché il settore, genericamente potremmo definirlo del benessere e della cura, ha un’importanza non indifferente sul piano delle redditività nazionale.
Basta pensare che sommando il numero di parrucchieri (uomo e donna), gli istituti di bellezza ed i centri estetici, quindi senza contare tatuatori e centri benessere, il totale delle attività e pari a circa 142 mila unità. Se ipotizziamo che ciascuna di queste attività dia lavoro a mediamente 3 persone, si parla di un indotto di oltre mezzo milione di lavoratori, che forniscono servizi a circa 24 milioni di persone (Dati Inail), ovvero il 43% della popolazione nazionale. Con questi numeri si fa presto a cogliere il peso che fatturati e redditi hanno sull’economica italiana.
I numeri di cui sopra ci dicono che è importante tornare a lavorare ma lo è altrettanto farlo in sicurezza. Precisiamo subito che la questione del protocollo, per queste categorie professionali, richiede qualche chiarimento. Va precisato che esiste innanzitutto un protocollo nazionale, emanato nei giorni precedenti le riaperture del 4 maggio. Questo protocollo, di cui abbiamo scritto in un precedente articolo, pur essendo ragionato per le medie e le grandi imprese, si rivolge indistintamente a tutte le attività lavorative.
Per le categorie professionali su cui si focalizza questo articolo, poi, è stato definito un protocollo ad hoc. La novità, rispetto a quello precedente, sta nel fatto che non esiste un protocollo nazionale unico ma ogni Regione ne ha redatto uno autonomamente, sulla base delle line guida individuate dall’Inail.
Abbiamo fatto qualche ricerca tramite Google e abbiamo rintracciato i protocolli di alcune regioni:
Rappresentando la linea guida su cui si fondano i vari protocolli regionali, che vi lasciamo ad una lettura autonoma, non resta che capire quali sono le indicazioni più rilevanti fornite dall’Istituto Nazionale di Assistenza ai Lavoratori.
In linea generale, l’INAIL stabilisce la necessità di limitare il numero di trattamenti in contemporanea, anche prevedendo deroghe ai giorni di chiusura e all’estensione degli orari di apertura delle attività. In deroga dovrebbe andare anche la tassa per l’occupazione di suolo pubblico, in quanto potrebbe essere utilizzato per creare delle sale d’attesa all’aperto.
Ancora prima che il cliente sia arrivato nel locale, è necessario stabilire una sorta di triage telefonico con l’obbiettivo di recuperare quante più informazioni possibili, sia sullo stato di salute che sulla tipologia di lavoro da compiere.
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Per via di alcune peculiarità, il documento dell’Inail ha individuato alcune regole che si richiedono alle attività dei centri estetici:
Quanto esposto fino a qui si applica maggiormente ai clienti ma non dimentichiamo che vi sono anche i lavoratori. Per questi ultimi valgono le indicazioni del protocollo nazionale che, in generale, stabilisce l’importanza nell’utilizzo dei sistemi di protezione quali mascherine e guanti, la sanificazione degli ambienti comuni e la turnazione per evitare sovrapposizioni inutili.
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