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Conferimento d'azienda e trasferimento dei conti: cosa dice la legge?

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Prendiamo spunto da una domanda arrivata in redazione qualche giorno fa per fare chiarezza su un aspetto molto interessante che si verifica con il conferimento d’azienda. Il problema riguarda la gestione dei rapporti pregressi con le banche.



In effetti, quando avviene il conferimento di un’azienda, il primo problema da affrontare è proprio la gestione dei conti correnti e degli affidamenti.

Purtroppo, spesso avviene che la banca non considera il conferimento avvenuto (anche se tramite Notaio) e quini richieda alla nuova ditta di ristabilire i rapporti, riaprendo un nuovo conto corrente e riavviando una pratica di conferimento.

In verità su questo tema si era già espressa la Corte di Cassazione, nonostante le banche facciano orecchie da mercanti.

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Nello specifico, la Corte di Cassazione ha fatto leva sull’articolo 2558 del Codice Civile che stabilisce la possibilità di subentrare nei contratti già in essere.

La Cassazione, quindi, con la sentenza numero 22538 del 2007 ha stabilito che quanto previsto dal Codice Civile è “applicabile anche laddove l'acquisto dell'azienda derivi dal suo conferimento in società - l'acquirente della azienda, se non diversamente pattuito, subentra in tutti i contratti per l'esercizio della azienda tra i quali, normalmente, sono compresi anche i contratti bancari. In tale caso, la opposizione della banca, quale terza contraente, alla cessione dei contratti stipulati per l'attività aziendale, non impedisce all'acquirente delle azienda di succedere nei contratti medesimi.”

In questo modo la Cassazione riconosce alla società conferente la possibilità di chiedere il trasferimento dei conti, senza sollevare dalle obbligazioni il cedente. E quindi si stabilisce come del tutto immotivata e illegittima l’eventuale interruzione dei rapporti bancari e conseguentemente la revoca degli affidamenti a carico della ditta precedente proprietaria dell’azienda.

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