Due importanti agevolazioni fiscali per sostenere le operazioni di scissione, conferimento o fusione tra aziende. Quali sono le differenze tra le due agevolazioni? Quali sono i requisiti per accedere all'una o l'altra?Vale anche per aziende con residenza extra nazionale? Chi ne beneficia?
Il decreto Crescita (articolo 11 del D.L. 34/2019) e la legge di Bilancio 2021 (Articolo 1, comma da 233 a 243) riconoscono due diverse agevolazioni fiscali per le aziende che effettuano operazioni di fusione, scissione o conferimento. Entriamo nel dettaglio per capire i requisiti e le differenze.
Le agevolazioni fiscali sono riportate nel decreto Crescita e nella recente Legge di Bilancio 2021. Nello specifico, il decreto Crescita prevede:
Nella recente legge di Bilancio, invece, si legge che è consentita:
Nel caso della prima agevolazione, i soggetti interessati sono le società per azioni, le società in accomandita semplice, le società a responsabilità limitata, le società cooperative, le società di mutua assicurazione e società europea.
Quando da una delle operazioni concesse emergono società non residenti in Italia. Inoltre nella legge di Bilancio si chiarisce che sono escluse anche le società per cui è stato accertato uno stato di dissesto, a rischio di dissesto o di insolvenza.
Oltre alla necessità della residenza in Italia, almeno per quanto riguarda il frutto dell’operazione, gli altri requisiti sono:
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