Può capitare a chiunque di avere una buona idea ma pochi troveranno l’energia e la voglia di realizzarla. Di questi, ancora di meno riusciranno a farne un qualcosa di successo. Per riuscirci, ci sono degli aspetti tecnici da considerare, e uno di questi è il Business Model Canvas.
Con questa espressione, che gli anglosassoni preferiscono scrivere sotto forma di acronimo BMC, ci si riferisce a un modello di analisi sviluppato nel 2004 da Alexander Osterwalder, e il cui scopo è la schematizzazione del modo in cui un’azienda – ma avremmo potuto scrivere un’idea – riesce a creare e distribuire valore ai propri clienti. Tale scopo viene raggiunto attraverso una scomposizione del problema in 9 differenti variabili degne di attenzione:.
Ma per quale motivo tale modello di analisi, negli ultimi anni ha riscontrato grande successo e in particolare tra le Startup? In generale possiamo individuare almeno 3 buoni motivi:
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La rapidità cui abbiamo accennato all’ultimo punto si deve all’estrema semplicità di tale documento, visto che una volta individuate le 9 variabili, la sua compilazione è molto veloce.
La prima variabile è quella dei segmenti di clientela. Si tratta di pensare al tipo di persona che potrebbe avere bisogno di ciò che offrite come prodotto o servizio. Solitamente è bene immaginare queste persone come veri e propri individui, ovvero cercando di immaginarli anche per come sono vestiti e per l’immagine che trasmettono all’esterno.
La seconda variabile è quella del value proposition. Quanto vale la tua idea? Cerca di rispondere a questa domanda descrivendo le motivazioni per le quali i segmenti che hai individuato come prima variabile dovrebbero scegliere il tuo prodotto/servizio.
La terza variabile è quella dei canali. Questi sono tutte le vie attraverso le quali andrai a comunicare o vendere il tuo prodotto. Inutile dire che non esiste un canale migliore di un altro, visto che di solito i canali utilizzati sono sempre molteplici. L’importante è fare una lista di quelli che andrai a utilizzare.
Interazione con i clienti è la quarta variabile e si intende come il modo con cui andrai a dialogare con la tua clientela, ovvero i messaggi concreti che andrai a trasmettere e le modalità di trasmissione (sarà un video? Sarà un testo scritto? Sarà previsto l’uso di un influencer oppure un testimonial?).
La quinta variabile sono le linee di ricavo. Probabilmente la parte più semplice da spiegare ma la più complessa da realizzare. Come guadagnerai dalla tua idea? Da dove arriveranno i soldi che permetteranno alla tua idea di trasformarsi in un’azienda vera e propria.
La sesta variabile è definita attività chiave. A seconda della tipologia di prodotto o servizio, ogni idea una volta realizzata avrà un’attività chiave che se non gestita adeguatamente non consentirà di soddisfare la clientela. Immaginiamo le società di delivery. La loro attività chiave sono i rider, senza di questi sarebbero del tutto bloccati.
Tale variabile è moto vicina, delle volte completamente coincidente, con quella successiva, la settima: risorse chiave, ovvero quelle risorse che l’azienda dovrebbe avere per forza al suo interno per evitare che il proprio business si possa bloccare. Spero tale risorsa è rappresentata dagli sviluppatori, quando l’idea è un progetto web che deve svilupparsi con tempi particolarmente veloci. Nell’esempio precedente, invece, la risorsa chiave coincide perfettamente con l’attività chiave: sono sempre i rider.
La penultima variabile è il partner chiave. Si tratta di individuare un partner che se coinvolto adeguatamente, può fare le differenza sul percorso di crescita della tua idea. Non servono tanti partner chiave ma ne basta uno scelto bene.
L’ultima variabile è quella dei costi. Non è pensabile realizzare un’idea senza avere delle spese da dover sostenere. Per questo motivo è fondamentale individuare tutte le voci di costi che necessariamente dovrai sostenere per far crescere e maturare la tua idea.
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