Lo prevede il recente Decreto Crescita: una banca dati della ricettività in cui saranno inseriti i locatori di affitti brevi, albergatori e bed & breakfast. La misura vuole contrastare l'evasione nel settore turistico-ricettivo. Sanzioni da 500 a 5 mila euro per chi trasgredisce.
Tutti gli immobili destinati agli "affitti brevi" faranno parte di una banca dati per la ricettività: si tratta di una delle novità previste della conversione in legge del decreto Crescita per contrastare l'evasione fiscale delle strutture turistico-ricettive. Tutte le strutture ricettive e gli immobili destinati alle locazioni brevi dovranno essere identificate secondo un codice alfanumerico, denominato "codice identificativo", da utilizzare in ogni comunicazione inerente all'offerta e alla promozione dei servizi verso i consumatori e i clienti. L'obbligo del codice identificativo riguarda solamente i titolari di vere e proprie strutture ricettive, chi esercita attività di intermediazione immobiliare e i gestori di portali telematici, tipo AirBnb per intenderci. Invece, i privati che affittano la propria casa a vacanzieri e bagnanti con contratti inferiori a 30 giorni, non sono compresi nell’elenco dei soggetti obbligati alla pubblicazione del codice.
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Rientrano nell'affitto breve i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni. L'Agenzia delle Entrate ha precisato che la locazione breve può prevedere i servizi "strettamente funzionali alle esigenze abitative di breve periodo" e che, oltre alla fornitura di biancheria e alla pulizia dei locali, si considerano tali anche altri servizi come, ad esempio, la fornitura di utenze, wi-fi, aria condizionata, i quali risultano strettamente connessi all'utilizzo dell'immobile, tanto che ne costituiscono un elemento caratterizzante che incide sull'ammontare del canone d'affitto. Sono invece esclusi quei servizi aggiuntivi che non presentano una necessaria connessione con la finalità residenziale dell'immobile come, ad esempio, la colazione, la messa a disposizione di auto a noleggio o guide turistiche, che non sono compatibili con l'affitto breve, come nel caso dell'attività di bed & breakfast occasionale. Per l'affitto breve non c'è l'obbligo di registrazione, a meno che ogni singolo contratto non superi i 30 giorni complessivi nell'anno.
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Questa novità interessa chi affitta la propria casa vacanze su AirBnb o piattaforme simili, oltre che naturalmente albergatori e bed & breakfast: il decreto crescita prevede l'istituzione di una banca dati delle strutture ricettive, nella quale saranno inserite anche le case destinate agli affitti brevi presenti sul territorio nazionale. Ad ogni struttura o casa sarà assegnato un codice identificativo che deve obbligatoriamente comparire sugli annunci online; i dati saranno comunicati automaticamente all'Agenzia delle Entrate, rendendo più semplici i controlli. Niente codice, niente annunci online: sanzioni da 500 a 5.000 euro per ogni annuncio irregolare a carico del sito internet. Per tutti i dettagli operativi bisogna attendere fine luglio, quando con un ulteriore decreto verranno stabilite:
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