Parlare di assistenza legale gratuita può sembrare lo slogan accattivante di qualche operazione di marketing ma in realtà ha molto a che fare con la professione dell'avvocato, ed è un servizio a vantaggio di coloro che non possono permettersi di sostenere le spese legali, e non solo.
Se partiamo dalle definizioni, pro bono è una locuzione latina che significa per il bene di tutti. Nella sua interezza, la locuzione corretta sarebbe pro bono publico ma comunemente viene adottata la versione abbreviata. L’attività pro bono non è da confondere, come avviene delle volte, con il concetto di patrocinio gratuito, tema già affrontato su queste pagine web, e che riguarda la possibilità di avvalersi delle prestazioni di un avvocato con spese sostenute dallo Stato, a favore di persone indigenti che non potrebbero altrimenti permettersi un’assistenza legale.
Allo stesso tempo, l’attività legale pro bono non è da confondere nemmeno con il volontariato. Quest’ultimo indica sicuramente un’attività svolta a titolo gratuito ma viene altresì intesa come una prestazione saltuaria, fornita in base alla disponibilità che il legale decide di mettere a disposizione dell’attività volontaria.
Quando si parla di Pro Bono, invece, si intende una prestazione professionale che ha tutte le caratteristiche di quella a pagamento ma con la differenza che non vi è alcun tipo di parcella, quindi sia lo Stato che il cliente non dovranno farsi carico di alcun onere.
In entrambi i casi, la prestazione viene offerta da un avvocato iscritto all’Ordine.
Parimenti al patrocinio gratuito, l’attività pro bono è a vantaggio di associazioni non commerciali o privati che vivono una condizione di indigenza e che non possono permettersi di pagare un avvocato oppure vivono una normale condizione economica ma non possono permettersi di sostenere delle spese particolarmente elevate magari in funzione di cause piuttosto lunghe e complesse. Tuttavia, nei prossimi paragrafi vedremo che gli avvocati e studi legali che offrono il pro bono, fanno una scelta anche in base a motivazioni di carattere etico.
Non vi sono limitazioni sul tipo di casi che un avvocato dedito al pro bono può seguire con competenza e professionalità. Ogni richiesta viene valutata e nel caso non vi siano particolari impedimenti può essere accolta per essere seguita dall’inizio alla fine durante tutti i gradi di giudizio, esattamente come fosse prestazione a pagamento.
Su quest’ultimo punto è bene soffermarsi per entrare nel merito dell’attività pro bono. Quest’ultima viene offerta da avvocati e studi legali sulla base di molteplici motivi. Da un lato vi sono i motivi etici, che spingono un professionista a offrire, a vantaggio della comunità, la sua professionalità e le sue competenze quando ci si trova di fronte a situazioni particolarmente difficili sul piano economico oppure perché si affrontano tematiche sociali di una certa rilevanza. Soprattutto le tematiche che ancora non trovano una giusta collocazione nell’ordinamento giuridico italiano sono spesso oggetto di attività pro bono, come ad esempio il tema del fine vita.
Non da meno, l’attività pro bono si configura anche come un importante momento di crescita professionale, perché non è raro che consenta al professionista di poter lavorare su delle tematiche che altrimenti non avrebbe potuto intercettare in altro modo. Questo, allora, genera in coloro che visi dedicano un vantaggio competitivo molto importante, contemporaneamente al valore sociale dell’attività svolta.
Altre motivazioni, va detto per completezza, possono essere anche legate a semplici questioni di visibilità, con un ritorno di immagine anche importante quando si intercettano casi di una certa rilevanza mediatica, in ogni caso si offre un servizio di pubblica utilità a vantaggio di tutta la comunità.
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L’attività pro bono in Italia è ormai una prassi consolidata ma è altrettanto vero che un’analisi comparativa con quanto accade all’estero, manifesta una certa arretratezza e la necessità di aumentare gli sforzi per un’attività di indubbio valore sociale. Se prendiamo il caso della Gran Bretagna, giusto per restare in Europa, si capisce subito come la situazione sia molto più strutturata. Nel nostro paese, nel 2017 è stata ufficialmente fondata l’Associazione Pro Bono Italia, operativa già dal 2014. Ed è proprio di questi giorni la loro iniziativa denominata Pro Bono Day, a dimostrazione di una volontà di fare rete che può apportare solo benefici a tutto il tessuto sociale.
In Gran Bretagna, dove è previsto parimenti all’Italia il gratuito patrocinio offerto a spese dello Stato, le associazioni non governative che si occupano di Pro Bono sono operative già dagli anni Settanta. La più importante, storicamente, è la Free Representation Unit, fondata nel 1972, a cui hanno fatto seguito diverse altre realtà già a partire dai primi anni Novanta.
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