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Novità sulla prevenzione da frodi nel settore dei carburanti

Novità sulla prevenzione da frodi nel settore dei carburanti

La Legge di Bilancio 2020 ha apportato una serie di innovazioni e di modifiche a normative vigenti con lo scopo principale di attuare un'azione di maggior contrasto al fenomeno dell'evasione fiscale. La frode sui carburanti è uno dei temi trattati.



Gli interventi normativi hanno riguardato una serie di fattispecie, tra le quali ricordiamo ad esempio quelle relative all'utilizzo del denaro contante nelle transazioni. Ma il Governo è intervenuto anche nel settore dei carburanti allo scopo di prevenire situazioni di evasioni fiscale in termini di IVA. Cerchiamo di approfondire un po' l'argomento.

Cosa prevede la nuova normativa?

Dobbiamo precisare innanzitutto che le nuove norme introdotte si concretizzano in modifiche alla normativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2018, precisamente dalla Legge 285 del 2017, e si riferiscono al contrasto delle frodi sull'IVA nel settore dei carburanti.

Nello specifico l'articolo 6 della Legge di Bilancio 2020 modifica il comma 940 della precedente legge di bilancio. Volendo sintetizzare sono presenti delle disposizioni sia per prevenire che per contrastare le frodi nel mercato del gasolio e della benzina. In particolare, per gli acquisti di carburanti che avvengono all'interno del territorio comunitario, viene introdotta la deroga al pagamento anticipato dell'IVA soltanto nell'ipotesi in cui siano presenti contemporaneamente due elementi:

  1. Gli operatori presentino un'oggettiva affidabilità;
  2. Ci sia la presenza di un'idonea garanzia.

Iva per i depositi inferiori a 3000 metri cubi

Un'ulteriore specifica che viene introdotta riguarda l'obbligo del versamento dell'IVA che si presenta solo nell'ipotesi in cui la capacità di stoccaggio del deposito dell'operatore risulti inferiore ai 3000 metri cubi.

Le dichiarazioni d’intento

Le nuove norme specificano inoltre come sia necessaria anche la presenza dell'inutilizzabilità delle dichiarazioni di intento per quanto riguarda le cessioni e le importazioni di benzina e gasolio destinato all'autotrazione, con il solo limite del gasolio commerciale. Inoltre scattano anche gli obblighi per quanto riguarda le società concessionarie di autostrade e trafori che devono mettere a disposizione della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Dogane le informazioni commerciali riguardanti il transito degli automezzi che trasportano carburanti.

Decisamente importante è infine la disposizione che prevede che le dichiarazioni di intento non possano essere utilizzate per le cessioni e le importazioni a titolo definitivo che riguardino carburanti.

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Quali sono gli effetti delle nuove norme?

Dal punto di vista finanziario, indubbiamente la norma che acquista maggior rilievo all'interno della Legge di Bilancio 2020 è sicuramente quella che limita l'utilizzo della dichiarazione di interno; questo perché si vuole evitare che la stessa possa essere usata in modo fraudolento per evitare il versamento dell'IVA dovuta. Sul punto infatti è intervenuta a più riprese l'Agenzia delle Entrate che ha specificato come siano presenti diversi fenomeni fraudolenti che sottraggono un ingente quantitativo di risorse all'erario. Il fenomeno più frequente era infatti quello di lettere di intento palesemente false che venivano emesse da società che si dichiaravano come esportatori abituali. Uno studio dell'Agenzia delle Entrate ha messo in evidenza anche come nei soli anni 2017 e 2018 ci sia stato un aumento di circa 800 milioni di euro di falso plafond.

La prevenzione delle frodi

Ovviamente, al momento non è possibile arrivare ad una quantificazione del maggiore gettito previsto con l'introduzione delle nuove norme. A rendere ancora più difficile questa determinazione, si mette il fatto che non vengono indicate le modalità con le quali deve essere calcolata la base imponibile, la quale sarà poi necessaria per definire il calcolo dell'IVA e delle imposte sui redditi.

Una prima analisi sintetica relativa alla stima degli effetti sul recupero dell'IVA, questi dovrebbero essere pari alla media dell'IVA non versata per gli anni 2017 e 2018 e corrispondere orientativamente ad un importo di circa 200 milioni di euro.

Possibili rettifiche al limite di stoccaggio?

Inoltre, il limite relativo allo stoccaggio di deposito fissato a 3000 metri cubi può essere rivisto con un apposito Decreto Ministeriale, con la possibilità quindi che possa essere modificata una delle variabili che nelle intenzioni del Governo dovrebbe garantire un maggior gettito fiscale.

Attendiamo quindi i primi effetti di queste nuove norme con la speranza che possa permettere effettivamente il recupero di 1/6 dell'IVA non versata per il 2018, pari a 1,2 miliardi di euro, e raggiungere quindi quel valore atteso di 200 milioni di euro.

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