Sicurezza sul lavoro per combattere la pandemia da coronavirus. Il decreto Rilancio ha stabilito dei contributi a favore di specifiche tipologie di azienda. I contributi variano in funzione del numero dei dipendenti, e coprono soltanto alcune tipologie di interventi.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato di protocolli di sicurezza e luoghi di lavoro, per ricordare l’importanza di attuare le giuste misure per ridurre il rischio di contagi negli ambienti di lavori, in particolare quelli aperti al pubblico.
Torniamo sull’argomento per capire in che maniera il decreto Rilancio ha inteso dare un contributo per l’attuazione di tutte le indicazioni fornite precedentemente al decreto stesso.
Le misure straordinarie di cui all’articolo 95 del decreto Rilancio, si rivolgono alle imprese, anche individuali, iscritte al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese Artigiane, alle imprese agricole iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, alle imprese Agrituristiche ed alle imprese sociali iscritte anch’esse al registro delle Imprese.
A tutti i beneficiari di cui al paragrafo precedente, le misure si rivolgono con lo scopo di contribuire agli interventi per la riduzione del rischio di contagio attraverso l’acquisto di:
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La dotazione finanziaria del contributo per gli interventi finanziabili, ammonta a circa 403 milioni di euro. I massimali per la ripartizione seguono la logica del numero di dipendenti, secondo lo schema seguente:
Gli interventi considerati all’interno di questo articolo sono incompatibili con gli altri benefici, anche di natura fiscale, aventi ad oggetto i medesimi costi ammissibili.
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