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Coronavirus e lavoro: il protocollo per le aziende

Coronavirus e lavoro: il protocollo per le aziende

L’apertura delle aziende e il ritorno al lavoro in piena emergenza Covid-19 necessita di grande attenzione verso alcune norme di sicurezza. Il Governo ha predisposto un protocollo di comportamento per tutte le aziende italiane, di qualsiasi dimensione.



La così detta fase 2 della pandemia di Covid-19 inizia con la riapertura delle attività produttive e il ritorno al lavoro negli uffici e in alcune attività commerciali. Per poterlo fare in completa sicurezza, senza che si possa generare l’apertura di qualche nuovo focolaio, è bene prendere provvedimenti in termini di rispetto delle norme igienico sanitarie impostare dal Governo e dall’Istituto Superiore di Sanità all’interno di uno specifico protocollo. Vediamolo nel dettaglio, semplificando il più possibile il testo originale.

Oltre ad alcune indicazioni di carattere generale, che abbiamo specificato in un precedente articolo, il protocollo entra poi nello specifico di alcune dinamiche tipiche degli ambienti di lavoro.

Dare una corretta informazione

Il punto di partenza è la disponibilità, a favore dei dipendenti e dei terzi, da parte del datore di lavoro, di un’informazione chiara, semplice e accessibile a tutti. In maniera più precisa, il protocollo stabilisce che le informazioni da fornire riguardano:

  • L’obbligo di restare a casa in caso di febbre superiore ai 37,5° o in caso di sintomi influenzali;
  • La consapevolezza e la piena accettazione del divieto di entrare o sostare in azienda qualora si presenti uno stato fisico con febbre superiore ai 37,5° o con sintomi influenzali;
  • L’obbligo di rispettare tutte le indicazioni fornite dalle Autorità o dal datore di lavoro in merito ai corretti comportamenti da tenere in azienda;
  • L’obbligo di avvisare prontamente il datore di lavoro qualora sopraggiungano sintomi influenzali.

Come si entra in azienda?

Anche un aspetto apparentemente scontato come l’ingresso in azienda, è sottoposto a un rigido protocollo. Su questo discorso il protocollo informa in maniera chiara che:

  • Il dipendente potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Le persone che presentino uno stato di malessere influenzale o a cui verrà misurata una temperatura superiore ai 37,5° non potranno entrare in azienda;
  • È vietato entrare in azienda a coloro che negli ultimi 14 giorni sono stati a contatto con persone risultate positive al coronavirus o che abbiano frequentato zone considerate a rischio;
  • L’ingresso dei dipendenti già risultati positivi al Covid-19 è consentito solo previa presentazione di certificazione medica che ne attesta la negativizzazione;
  • Il datore di lavoro darà massima collaborazione qualora l’autorità sanitaria ritenga di dover attuare interventi più efficaci per contrastare l’insorgere di nuovi focolai.

Accesso di fornitori esterni

Diverso il caso di accesso da parte di fornitori o terzi che non lavorano direttamente per l’azienda. Per questa tipologia di spostamenti, il protocollo stabilisce che:

  • Il datore di lavoro dovrò predisporre via di entrata e uscita differenti rispetto a quelle utilizzate dai dipendenti. Dovrà inoltre favorire il movimento differito in maniera da evitare assembramenti e contatti di qualsiasi natura;
  • Ove possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto dovranno restare al bordo del proprio mezzo;
  • Il datore di lavoro deve predisporre servizi igienici dedicati;
  • In linea generale vanno limitati il più possibile gli accessi esterni. L’ingresso in azienda da parte di terzi li obbliga a rispettare il protocollo aziendale al pari di tutti gli altri dipendenti;
  • Se presente un servizio di trasporto condiviso, il datore di lavoro deve garantire la massima sicurezza per i propri dipendenti;
  • Le norme del protocollo si estendono alle aziende in appalto;
  • In caso di terzi che risultano positivi, l’azienda appaltante ha l’obbligo di informare prontamente l’autorità sanitaria e predisporre il protocollo di gestione adoperato per tutti gli altri dipendenti;
  • L’azienda committente ha l’obbligo di informare l’impresa appaltatrice del proprio protocollo di sicurezza.

 

Pulizia e sanificazione dell’azienda?

Tema assai importante ai fini della prevenzione di nuovi focolai. L’azienda deve:

  • Assicurare la pulizia e la sanificazione periodica degli ambienti di lavoro. Qualora si sia verificato un caso di positività l’azienda avrà l’obbligo di garantire anche la pulizia e sanificazione straordinaria, anche avvalendosi di ammortizzatori sociali ordinari o in deroga;
  • Garantire la pulizia degli strumenti che prevedono la digitazione da parte del personale dipendente, quali schermi touch, sistemi di pagamento, mouse e quant’altro;
  • Approntare la sanificazione di tutta l’azienda al momento dell’apertura qualora vi siano stati casi di positività;

 

L’igiene personale

Strettamente correlata alla sanificazione dell’azienda, è il tema dell’igiene personale del personale dipendente. Il protocollo richiede che:

  • Il personale dipendente abbia maggiore attenzione verso l’igiene personale e una maggiore frequenza di lavaggio delle mani con acqua e sapone;
  • L’azienda deve predisporre idonei mezzi detergenti per le mani, i quali devono essere accessibili a tutti i lavoratori ed essere posizionati in spazi idonei.

 

Dispositivi di protezione individuale?

Questo è un tema già ampiamente dibattuto, soprattutto perché dipende in maniera molto rigida alla reale disponibilità commerciale delle mascherine e dei guanti. Il protocollo stabilisce che:

  • Tutto il personale indossi le mascherine, facendo attenzione ad utilizzare quelle previste dal protocollo dell’autorità sanitaria. Solo in caso di carenza si autorizza l’uso di mascherine che non rispondono appieno ai requisiti ma che siano comunque approvate dall’autorità sanitaria;
  • Le aziende devono adoperarsi per realizzare autonomamente il liquido detergente per il lavaggio delle mani, come da documento riportato qui https://www.who.int/gpsc/5may/Guide_to_Local_Production.pdf;
  • Se il lavoro necessita di essere svolto a meno di un metro di distanza, dovranno comunque essere presi tutti gli accorgimenti necessari per la sicurezza del personale dipendente.

 

Gestione degli spazi comuni

Questo è un problema che si troveranno ad affrontare soprattutto le aziende di una certa dimensione. Per spazi comuni si intendono mense, spogliatoi, aree snack e bevande, aree relax, aree fumatori e via dicendo. Per tutte queste zone, il protocollo stabilisce che:

  • L’accesso deve essere contingentato, garantendo il ricircolo di aria naturale e il distanziamento di almeno 1 metro tra i presenti;
  • È necessario garantire la sanificazione degli spogliatoi;
  • È necessario garantire la sanificazione periodica della mensa e degli apparecchi ad uso comune, come i tastierini dei distributori;

 

Trasferte, eventi e riunioni aziendali

Un’azienda presenta sempre numerose situazioni ad altro rischio, per questo il protocollo ha stabilito delle norme specifiche per ciascuno di questi momenti particolari. In particolare viene chiarito che:

  • Bisogna predisporre la chiusura di tutti i reparti non necessari ai fini della produzione;
  • Le riunioni in presenza sono vietate;
  • Ove possibile, utilizzare e preferire sempre la modalità di lavoro in smart working;
  • Assicurare un piano di turnazione della produzione preferendo la formazione di gruppi omogeni, facilmente riconoscibili, distinti e autonomi, al fine di limitare il numero di scambi di persone e quindi per favorire un migliore controllo in caso di eventuali contagi.
  • Favorire l’uso delle ferie;
  • Sono sospese tutte le trasferte;

 

Gestione e entrata dei dipendenti

Il datore di lavoro dovrà garantire che per il personale dipendente, se possibile, vi siano porte di entrata e uscita differenti, inoltre dovrà predisporre dei turni in maniera da agevolare l’ingresso e l’uscita scaglionati, così da evitare assembramenti e sfavorire situazioni di incontro.

 

Come gestire una persona sintomatica?

Qualora un dipendente dovesse mostrare sintomi riconducibili ad una infezione da coronavirus, l’azienda dovrà allertare l’autorità sanitaria, predisporre l’allontanamento dagli spazi comuni e fornire una mascherina di protezione, se non già provvista. L’azienda dovrà collaborare alle richieste dell’autorità sanitaria finalizzate a fermare il contagio e intercettare i contatti avuti dal dipendente.

 

Sorveglianza sanitaria

Anche questo tema si rivolge maggiormente alle aziende di certe dimensioni, in cui è già in vigore un servizio di assistenza e controllo sanitario. In virtù dell’emergenza sanitaria il protocollo stabilisce che:

  • L’azienda deve continuare a garantire la sorveglianza sanitaria nel rispetto delle norme igienico sanitarie del protocollo;
  • L’azienda deve favorire la sorveglianza sanitaria anche durante l’emergenza in quanto strumento aggiuntivo di controllo e prevenzione;
  • Il medico competente collaborerà prontamente con l’autorità sanitaria, sia per situazioni ordinarie che straordinarie;
  • Alla ripresa dell’attività è bene che il medico competente sia coinvolto per identificare il personale dipendente che presenti qualche particolare situazione di fragilità;

 

Aggiornamento del protocollo di sicurezza

L’azienda provvederà ad istituire un Comitato il cui compito sarà di vigilare sul rispetto della normativa fissata nel protocollo ed occuparsi del suo aggiornamento qualora ve ne siano da parte dell’autorità competente.

 

A quale professionista rivolgersi?

I professionisti a cui fare riferimento in merito a chiarimento sul protocollo sono diversi, per questo Know How e la sua community diventano ancora più utili, visto che scaricando una semplice app e registrandoti potrai inviare tutte le domande che vuoi, senza costi presenti o futuri, potendo contare su Consulenti Aziendali, Avvocati, Consulenti del lavoro, Esperti di sicurezza, e molti altri.

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