I Comuni italiani sul cui territorio insistono santuari religiosi di una certa rilevanza storica sono molti ma non tantissimi e per loro, adesso, si apre la strada di contributi a fondo perduto a favore delle imprese che operano sul territorio. È vero che si tratta del vecchio Bonus Centri Storici?
L’Agenzia delle Entrate ha già pubblicato le norme che disciplinano l’adesione ai contributi a fondo perduto a favore delle imprese che operano nei Comuni su cui vi sono santuari religiosi. Si rispolvers, in sostanza, il vecchio Bonus Centri Storici, di cui abbiamo ampiamente parlato molti mesi addietro. Benchè siano state apportate alcune modifiche, la sostanza è del tutto simile al vecchio bonus.
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La domanda si può presentare per via telematica a partire dal 9 settembre e fino all’8 novembre 2021. Per aderire è sufficiente collegarsi all’area riservata e andare alla sezione Fatture e Corrispettivi.
Sì certo, è possibile aderire delegando un intermediario che opera per proprio conto.
Ogni impresa può ottenere al massimo 150.000 euro.
L’agevolazione si rivolge a tutte le imprese che offrono attività di vendita di beni e/o servizi a favore del pubblico e che operano nei centri storici, ovvero in zone A oppure equipollenti, di Comuni che ospitano un santuario religioso.
Oltre a ospitare un santuario religioso, il Comune deve avere una popolazione residente superiore a 10.000 abitanti e un numero di turisti residenti in paesi esteri superiore di almeno 2/3 rispetto al numero dei residenti nel Comune.
In realtà più che parlare di zona sismica si sottolinea la possibilità di poter tralasciare il discorso del rapporto tra turisti e residenti per i Comuni colpiti dagli eventi sismici del 24 agosto 2016.
L’ammontare del beneficio si calcola applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato 2020 e l’ammontare del fatturato 2019. La percentuale da applicare può essere ricavata dal seguente schema:
Si, è stato fissato un contributo minimo pari a 1000 euro per le persone fisiche e 2000 euro per le imprese.
Con un accredito automatico sul conto corrente.
Sì, purchè provviste di partita iva.
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