In questi giorni uno dei temi più discussi relativamente ai problemi economici che dovremo affrontare come conseguenza del lockdown, a cui ha portato il coronavirus, c’è la questione degli aiuti alle imprese. Ma quali sono i reali margini di manovra dei governi europei?
Da più parti monta una profonda insoddisfazione per gli aiuti economici che il Governo ha messo in campo per fronteggiare la pandemia di coronavirus. A prescindere da eventuali giudizi di merito che rischierebbero di confondersi con uno schieramento di carattere ideologico, da cui questo l’attività redazionale di Know How si mantiene distante per un principio di imparzialità, cerchiamo di capire meglio quali sono le reali possibilità di manovra di un governo europeo che deve necessariamente confrontarsi con le indicazioni fornite dalla Commissione Europea.
In particolare, uno dei riferimenti è il Temporary Framework che la Commissione Europea ha adottato lo scorso 20 marzo. Si tratta di un documento che disciplina proprio le condizioni alle quali gli Stati membri potranno definire le misure di aiuto per le imprese colpite economicamente dall’emergenza coronavirus.
Si tratta di un vero è proprio codice di riferimento che vuole favorire un supporto completo da parte degli Stati membri alle imprese del proprio territorio ma sulla base di una disciplina comune, al fine di evitare situazioni disequilibrate.
Non è la prima volta che l’Unione Europea si equipaggia di uno strumento simile, infatti è proprio sul modello del Temporary Framework del 2009 che si basa quello adottato per far fronte all’emergenza Covid-19. Già all’epoca il TF era servito per far fronte alle problematiche delle imprese di fronte alla crisi finanziaria, supportando gli stati con delle norme ad hoc.
Uno dei punti più rilevanti del Temporary Framework 2020 è sicuramente quello che individua le condizioni che tutti gli Stati Membri dovranno rispettare nel sostenere le imprese in difficoltà:
Già questo è sufficiente a delineare una direzione molto precisa. Ma non finisce qui.
Il Temporary Framework chiarisce anche quali sono le imprese che possono beneficiare degli aiuti decisi da ciascuno Stato membro, al fine di evitare che si possano creare delle situazioni confuse, alimentate anche dall’emergenza, tale per cui possano ottenere aiuti imprese che vivevano una fase di declino già per altri motivi precedenti all’emergenza. Infatti la Commissione Europea stabilisce inequivocabilmente che possono beneficiare degli aiuti di stati esclusivamente le imprese che sono entrate in difficoltà successivamente alla data del 31 Dicembre 2019.
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La Commissione Europea, inoltre, ha stabilito il Temporary Framework potrà considerarsi valido fino al 31 Dicembre 2020 e che esso non sostituisce altri strumenti già in uso dagli Stati Membri ma vi sia affianca, come ulteriore supporto.
Mettere in campo degli aiuti di stato può comportare delle distorsioni nella normale disciplina della concorrenza. Lo sa bene la Commissione Europea che nel definire il Temporary Framework ha stabilito, raramente fatto in passato, che le misure definite per fronteggiare l’emergenza coronavirus sono da considerarsi a priori non lesive della concorrenza.
Anche questo tipo di supporto dovrà fare riferimento alla considerazione appena menzionata. Ciò vuol dire che non si potranno considerare come un sostegno finanziario pubblico straordinario, così come previsto dalla Direttiva 2014/59 “BBRD”, per cui non dovrebbero scattare i diversi meccanismi previsti da questa norma, come ad esempio il Bail-In.
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