Alcuni confondono i contributi previdenziali accomunandoli all’IRPEF, nel senso che li percepiscono come fosse una tassa. In verità si tratta di due aspetti del tutto differenti, in quanto i contributi previdenziali sono necessari per percepire una futura pensione.
L’IRPEF, invece, è un’imposta pagata sul reddito percepito dal lavoro svolto. Nell’articolo odierno vediamo alcuni aspetti relativi ai contributi che un possessore di partita iva deve versare.
I contributi previdenziali sono obbligatori?
Sì, ogni possessore di partita iva è obbligato a versare i contributi previdenziali, alla propria cassa di appartenenza, se esiste un albo a cui iscriversi, oppure all’INPS se non esiste una cassa specifica.
Perché i contributi che verso sono più alti del mio reddito?
Perché in alcuni casi vi è l’obbligo di versare i contributi in maniera fissa a prescindere dalla presenza oppure no di fatturato.
Sono possibili anche versamenti in percentuale al fatturato?
Sì, ma lo stabilisce la legge quali siano le professioni che versano in maniera percentuale e quali con tariffa fissa.
Come si suddividono le principali categorie di contribuenti?
In tre classi:
Come funzionano i contributi per Artigiani e Commercianti?
Questi devono versare sia una quota fissa, che prescinde dal fatturato, sia una quota percentuale. La quota fissa viene definita annualmente e si aggira tra i 3000 e i 4000 euro annui.
È vero che esiste un limite per Artigiani e Commercianti?
Sì, nel senso che la quota percentuale, in aggiunta a quella fissa, è dovuta solo se si supera un reddito lordo di 15.548 euro annui.
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Qual è la percentuale per i contributi di Commercianti e Artigiani?
Anche questa viene definita annualmente e può variare tra il 20 e il 25% del reddito, a seconda del tipo di categoria a cui si appartiene e dell’età anagrafica.
Ogni quanto vanno pagati i contributi?
Nel caso di Commercianti e Artigiani il pagamento è trimestrale. I contributi in percentuale, invece, si pagano due volte l’anno.
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