Il recente Decreto Rilancio emanato dal Governo per far fronte all’emergenza coronavirus individua una serie di norme utili a non appesantire la già difficile situazione delle imprese italiane.
Era una norma attesa e in alcuni momenti per nulla scontata, visto il dibattito politico che ne era seguito. Alla fine la decisione è stata quella più sensata che tutti si aspettavano, ovvero il taglio dell’IRAP, quindi parliamo di annullamento, cancellazione non slittamento come all’inizio si temeva.
La parola IRAP è l'acronimo di Imposta Regionale sulle Attività Produttive, il cui gettito, per il 90%, entra nelle case regionali allo scopo di finanziare i costi del Fondo Sanitario Nazionale.
La cancellazione di questa tassa, che grava sulle imprese di ogni regione italiana, fa riferimento al pagamento del saldo 2019 e per l’acconto 2020. È bene fare attenzione che invece resta valido il pagamento dell’acconto 2019 qualora vi siano aziende che non hanno ancora provveduto.
A tutte le società che nel periodo d’imposta precedente a quello dell’entrata in vigore del Decreto Rilancio non abbiamo avuto ricavi o compensi superiori a 250 milioni di euro.
Nell’articolo 24 del Decreto Rilancio vi è un passaggio dedicato anche a regioni e provincie autonome. Essendo l’IRAP una tassa che favorisce le casse regionali e provinciali, il Governo ha stabilito anche un fondo di 448 milioni di euro che dovrebbe coprire il mancato introito per regioni e provincie autonome rispetto a quei servizi, non di natura sanitaria, che erano finanziati tramite l’IRAP.
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