La rivalutazione dei beni d'impresa e delle partecipazioni, con l'imposta sostitutiva al 3% introdotta con il decreto di Agosto, può portare ad un notevole risparmio per le imprese italiane. Chi può beneficiarne? Quali sono i beni rivalutabili? A quanto ammonta il risparmio sulle imposte?
Il decreto di Agosto ha introdotto importanti novità in merito alla rivalutazione dei beni d'impresa con un'imposta sostitutiva al 3%. Questo si può tradurre in un importante risparmio in merito alle imposte che l'impresa andrà a versare.
Le società di capitali, le cooperative, i trust, gli enti pubblici e privati che esercitano attività commerciale sul territorio nazionale possono rivalutare i beni d’impresa e le partecipazioni in società controllate e collegate che costituiscono immobilizzazione.
L’articolo 110 del Decreto Agosto (il numero 104 del 2020), apporta delle modifiche alla rivalutazione dei beni per le imprese. La principale novità è l’aliquota del 3% per i maggiori valori iscritti in bilancio. La novità è interessante perché vi è la sostituzione delle precedenti e più gravose aliquote del 12% e del 14%.
Si, è vero. Questa è l’altra importante novità introdotta dal Decreto Agosto. Ciò vuol dire che all’interno dei beni rivalutabili, non è più obbligatorio dover necessariamente rivalutare tutti quelli appartenenti ad una medesima categoria.
Comporta poter disporre di un maggior ventaglio di opzioni. Immaginiamo una categoria di strumenti costituito da tre cespiti. Con la novità del Decreto Agosto, sarà possibile rivalutare anche un singolo cespite, lasciando inalterato il valore degli altri, magari in previsione di una vendita futura. Oppure sarà possibile rivalutare fiscalmente un cespite, rivalutare civilmente un altro e lasciare inalterato un terzo.
Si, il medesimo discorso è valido anche per le partecipazioni. Immaginiamo, a titolo esemplificativo, di possedere 100 azioni della società Y e di volerne cedere il 50% con la previsione di realizzare un’importante plusvalenza. In questo caso sarà possibile rivalutare solo il lotto interessato dalla vendita, ottenendo un notevole risparmio di imposte attraverso il versamento della sostitutiva del 3%.
Non è possibile calcolarlo in senso assoluto, tuttavia in maniera schematica si può esemplificare che la rivalutazione di un bene di 2000 euro, a fronte di un’imposta di 60 euro (ovvero il 3% di 2000), consente un risparmio di circa 558 euro, dato dalla somma dell’IRES (24%) e dell’IRAP (3,9%).
La norma stabilisce il pagamento in 3 rate di pari importo. Volendo fare riferimento all’esempio precedente, il pagamento avverrebbe con rate di 60 euro ciascuna, da pagarsi a giugno 2021, 2022 e 2023.
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