Pagare le tasse, per quanto giusto e necessario per l’intera comunità, non è mai piacevole. Eppure sono tanti i casi in cui la legge italiana consente di ottenere degli sconti o delle riduzioni. Leggiamo come funziona per l'IMU.
IMU è l’acronimo di Imposta Municipale Propria e si applica al possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. Nell’articolo in questione approfondiremo l’applicazione dell’IMU su immobili di proprietà ad uso abitativo, elencando quali sono i requisiti necessari per ottenere una riduzione dell’imposta.
Innanzitutto dobbiamo fare una premessa: l’IMU non è dovuta quando si è proprietari di un solo immobile e questo viene adibito ad abitazione principale. In sostanza vuol dire che la tassa si applica esclusivamente sugli immobili posseduti successivi al primo.
Non è raro che in caso di più abitazioni, due genitori decidano di aiutare i propri figli permettendo loro di risiedere in una delle abitazioni di proprietà, senza che questi siano obbligati al versamento di alcunché. In questo caso si parla di Comodato d’Uso Gratuito (da questo momento più semplicemente CUG).
Se utilizzata questa formula, vin da sé che i proprietari dell’immobile perderanno la possibilità di generare reddito dell’affitto della loro seconda abitazione. Pur dovendo pagare la tassa di proprietà.
Per il motivo di cui sopra, in caso di uso a titolo gratuito, il proprietario dell’immobile può ottenere una riduzione sull’IMU. Attenzione, è bene specificare che si tratta di riduzione e non cancellazione. Spesso ci arrivano in redazione domande che manifestano una certa confusione: molti pensano erroneamente che in caso di comodato d’uso gratuito la tassa non sia dovuta ma non è così.
Chiarito che si tratta di una riduzione, va detto anche che per ottenerla bisogna rispettare una serie molto rigida di requisiti, che vedremo nei prossimi paragrafi. Ma quanto vale riduzione? A quanto ammonta lo sconto sull’imposta? La riduzione è notevole, trattandosi di uno sconto del 50%.
Come abbiamo accennato, vi sono alcuni requisiti necessari per ottenere la riduzione, alcuni di questi sono da considerarsi insormontabili, qualora non sussistano le condizioni. Insomma, non basta cedere in comodato d’uso gratuito ma bisogna rispettare una certa burocrazia. Vediamo tutti i requisiti.
Affinché vi possa essere riduzione il comodato d’suo gratuito dev’essere stipulato con un parente di primo grado, ovvero un figlio oppure un genitore qualora il proprietario sia il figlio.
Attenzione a non fare confusione: ciò non vuol dire che l’uso gratuito non sia possibile con un cugino o per fino un amico. Il comodato d’uso gratuito è sempre possibile e con chiunque ma la riduzione sul pagamento dell’IMU è prevista solo con parenti di primo grado.
Erroneamente si è tenuti a pensare che il comodato d’uso gratuito possa essere risolto verbalmente. Nulla lo vieta, soprattutto quando ci si interfaccia con un figlio o un genitore (meno consigliato quando si tratta di parenti più lontani, amici o perfino estranei), ma questo non consentirebbe di ottenere la riduzione sull’IMU. Per farlo è necessario che il contratto sia regolarmente registrato presso l’Agenzia Delle Entrate.
Questo è un aspetto da considerare attentamente perché sulla registrazione si paga una tassa, quindi è bene fare un calcolo sulla reale convenienza di questa operazione.
Abbiamo visto che il comodato d’uso gratuito è un contratto a tutti gli effetti. In quanto tale, viene stipulato tra due parti che si definiscono Comodante, colui che cede in comodato, e il Comodatario, colui che usufruirà dell’abitazione a titolo gratuito. Quest’ultimo, affinché possa generarsi la riduzione sull’IMU, dovrà adibire l’abitazione ad abitazione principale in cui spostare la residenza. Detto in altri termini: impossibile ottenere la riduzione se la cessione gratuita ad un famigliare avviene in qualità di seconda casa.
Questo è probabilmente il requisito più complicato, in quanto irrisolvibile se non sussiste pera natura. La legge stabilisce che la riduzione al 50% dell’IMU è possibile solo se Comodante ha la residenza nel medesimo Comune ove è ubicata l’abitazione data in comodato d’uso gratuito.
Anche laddove dovesse realizzarsi il quarto requisito, quindi un genitore che possiede due abitazioni entrambe sul territorio del medesimo Comune, la legge stabilisce che la riduzione è possibile a patto che il Comodatario non possegga altri immobili sul restante territorio nazionale, compreso il Comune di residenza. Insomma, per poter cedere in comodato d’uso gratuito e ottenere la riduzione IMU non bisogna possedere più di due immobili. Precisiamo che non contano pertinenze o altri immobili ad uso non abitativo.
Per agevolare il lettore, elenchiamo di seguito tutti i requisiti che è necessario rispettare per ottenere la riduzione dell’IMU:
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