Ormai attivo da diversi anni, Resto al Sud è ancora un ottimo strumento per sostenere la nascita di nuove imprese nelle Regioni del sud Italia. Quali sono gli ambiti di applicazione? In cosa consiste l'agevolazione? Quali sono le novità introdotte negli ultimi anni? Chi può beneficiarne?
Torniamo a parlare di Resto al Sud, l’incentivo che favorisce la nascita di nuove imprese nelle Regioni del sud Italia. Le difficile situazione economica che stiamo vivendo a causa della pandemia da Coronavirus ha reso necessario apportare alcune modifiche alle norme che regolano l’incentivo di Invitalia, al fine di allargare il più possibile la platea di coloro che possono accedere alle agevolazioni previste per le imprese che danno vita a una nuova attività imprenditoriale per il tramite di Resto al Sud.
Iniziamo con una domanda basilare per capire di cosa stiamo parlando. Si tratta di un incentivo statale gestito da Invitalia. Lo scopo di questo incentivo è sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali o l’avviamento di nuovi liberi professionisti nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). Quindi vale non solo per le nuove costituzioni ma anche per le imprese già costituite che intendo sviluppare la propria attività.
Questa è la principale novità introdotta nei giorni scorsi. Inizialmente Resto al Sud era accessibile fino agli under 46, mentre ora è stato esteso agli under 56. La novità è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2021 ed è veramente fondamentale in uno scenario come quello attuale in cui i il rischio di perdita del lavoro per chi ha superato una certa età è diventato qualcosa di concreto.
Sono svariate. Tralasciando quelle più ovvie legate all’apertura di nuove imprese o al miglioramento di quelle esistenti, altri interessanti ambiti di applicazione sono:
Si è vero, è stata una delle prime novità che hanno ampliato di molto la platea dei beneficiari.
In un contributo a fondo perduto del 50% e di un finanziamento a tasso zero per la restante parte. L’agevolazione copre il 100% dei costi e può arrivare fino a 200.000 euro nel caso la società sia costituità da 4 soci.
No, il finanziamento a tasso zero da restituire in 10 anni è garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI.
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