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Le imprese dei centri storici: 7 domande sul contributo a fondo perduto

Le imprese dei centri storici: 7 domande sul contributo a fondo perduto

Arriva il fondo dedicato alle attività economiche e commerciali che esercitano nei centri storici. Quali sono i requisiti territoriali e di fatturato? Come viene calcolato l’ammontare del contributo? Perché ci sono dei limiti per i ristoranti?



Le attività commerciali nei centri storici hanno risentito pesantemente della strana stagione turistica creatasi in concomitanza dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Il mese di giugno è stato quello più pesante, sui cui gravavano ancora paure e incertezze.

Per questo motivo è stato istituito un fondo per concedere un contributo per le attività economiche e commerciali che operano nei centri storici, da calcolare proprio sulla base del differenziale di fatturato tra il 2020 e il 2019.

A quali imprese si rivolge il Fondo per i centri storici?

Tutte le imprese che si occupano di vendita di beni o servizi al pubblico e che abbiano sede operativa nelle zone A o equipollenti di comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana.

È vero che per accedere al contributo è importante il numero di turisti registrati sul territorio?

Si, il primo requisito che il comune di appartenenza deve avere è proprio quello del numero di turisti di paesi esteri registrati sul territorio. Viene chiarito, infatti, che le presenze devono essere:

  1. In totale 3 volte superiori al numero di residenti del medesimo comune quando quest’ultimo è un capoluogo di provincia;
  2. In numero pari o superiore al numero dei residenti qualora si tratti di comuni capoluogo di città metropolitana.

Quali sono i requisiti di fatturato che la mia attività deve possedere?

Il fatturato è il requisito che appartiene direttamente all’attività di impresa e viene calcolato sul mese di giugno 2020 e dev’essere inferiore di almeno due terzi rispetto al medesimo mese dell’anno precedente, il 2019.

Posseggo una licenza taxi, qual è il mio ambito territoriale di appartenenza?

L’articolo 59 del Decreto Cura Italia di Agosto dedica un comma proprio a coloro che si occupano di trasporto pubblico non di linea, specificando che l’ambito territoriale di esercizio dell’attività coincide con tutto il territorio del comune o della città metropolitana.

Come viene calcolato il contributo concesso?

Il contributo è pari ad una percentuale applicata alla differenza che scaturisce tra il confronto del fatturato del 2020 rispetto a quello del 2019. Le aliquote sono le seguenti:

  1. 15% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400.000 euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso;
  2. 10% per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1.000.000 di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso;
  3. 5% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1.000.000 di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso.

Il contributo, che ricordiamo è a fondo perduto, non può, in ogni caso, superare la cifra di 150.000.

Ho aperto la mia attività il mese di settembre del 2019, posso comunque accedere al contributo?

Si, il decreto Cura Italia stabilisce che, qualora non sia possibile provvedere ai calcoli delle aliquote sulla base delle differenze di fatturato, viene riconosciuto un contributo minimo non inferiore a 1000 euro (per le persone fisiche) e non inferiore a 2000 euro (per i soggetti diversi dalle persone fisiche). Questi importi minimi sono riconosciuti solo per le imprese che hanno iniziato l’attività non prima del 1 luglio 2019, quindi per le quali vi è l’impossibilità di calcolare le differenze di fatturato nel mese sul mese di giugno.

Sono proprietario di un ristorante in centro storico, posso accedere a questo contributo e anche al Fondo per la ristorazione?

No, nel Fondo per le attività del centro storico viene specificato che il contributo non è cumulabile con quello riconosciuto dal Fondo per la ristorazione. Ciò implica che dovrai scegliere quello più conveniente per la tua attività.

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