Arriva il fondo dedicato alle attività economiche e commerciali che esercitano nei centri storici. Quali sono i requisiti territoriali e di fatturato? Come viene calcolato l’ammontare del contributo? Perché ci sono dei limiti per i ristoranti?
Le attività commerciali nei centri storici hanno risentito pesantemente della strana stagione turistica creatasi in concomitanza dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Il mese di giugno è stato quello più pesante, sui cui gravavano ancora paure e incertezze.
Per questo motivo è stato istituito un fondo per concedere un contributo per le attività economiche e commerciali che operano nei centri storici, da calcolare proprio sulla base del differenziale di fatturato tra il 2020 e il 2019.
Tutte le imprese che si occupano di vendita di beni o servizi al pubblico e che abbiano sede operativa nelle zone A o equipollenti di comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana.
Si, il primo requisito che il comune di appartenenza deve avere è proprio quello del numero di turisti di paesi esteri registrati sul territorio. Viene chiarito, infatti, che le presenze devono essere:
Il fatturato è il requisito che appartiene direttamente all’attività di impresa e viene calcolato sul mese di giugno 2020 e dev’essere inferiore di almeno due terzi rispetto al medesimo mese dell’anno precedente, il 2019.
L’articolo 59 del Decreto Cura Italia di Agosto dedica un comma proprio a coloro che si occupano di trasporto pubblico non di linea, specificando che l’ambito territoriale di esercizio dell’attività coincide con tutto il territorio del comune o della città metropolitana.
Il contributo è pari ad una percentuale applicata alla differenza che scaturisce tra il confronto del fatturato del 2020 rispetto a quello del 2019. Le aliquote sono le seguenti:
Il contributo, che ricordiamo è a fondo perduto, non può, in ogni caso, superare la cifra di 150.000.
Si, il decreto Cura Italia stabilisce che, qualora non sia possibile provvedere ai calcoli delle aliquote sulla base delle differenze di fatturato, viene riconosciuto un contributo minimo non inferiore a 1000 euro (per le persone fisiche) e non inferiore a 2000 euro (per i soggetti diversi dalle persone fisiche). Questi importi minimi sono riconosciuti solo per le imprese che hanno iniziato l’attività non prima del 1 luglio 2019, quindi per le quali vi è l’impossibilità di calcolare le differenze di fatturato nel mese sul mese di giugno.
No, nel Fondo per le attività del centro storico viene specificato che il contributo non è cumulabile con quello riconosciuto dal Fondo per la ristorazione. Ciò implica che dovrai scegliere quello più conveniente per la tua attività.
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