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La startup della radio on demand: intervista a Daniele Cola, CEO di TuneApp

La startup della radio on demand: intervista a Daniele Cola, CEO di TuneApp

Storie di Startup ci consente oggi di parlare di TuneApp insieme al CEO Daniela Cola. Affrontiamo così anche il tema della della radio on demand, ma ridurre la questione alla musica in streaming sarebbe riduttivo. Dietro c'è molto di più: importanti collaborazioni e ricerca tecnologica.



Abbiamo intervistato il CEO Daniele Cola per capire meglio il servizio e le sfide che hanno affrontato per poter posizionare il loro prodotto sul mercato. Ancora una volta ci si rende conto che ogni startup vive un’esperienza particolare ma che in fondo esistono anche tante costanti.

 

- Come siete passati dall’idea all’impresa? Quale è stato l’elemento/evento che ha favorito il passaggio?

TuneApp è un prodotto della Colan srl, ed è la prima piattaforma radio on demand che si sintonizza sull'ascoltatore. Attraverso una tecnologia biometrica con scanner facciale, e grazie ad un algoritmo, TuneApp crea il palinsesto musicale perfetto in base all'età e lo stato d'animo dell'utente. Inoltre, i contenuti di TuneApp sono interattivi rispetto alla tradizionale radio, quindi l'ascoltatore può scegliere in libertà il palinsesto programmi, rubriche d'intrattenimento, notizie, meteo, sport e musica a volontà. Perché TuneApp, va infine precisato, è un servizio musicale streaming on demand con milioni di brani e migliaia di playlist per tutti i gusti.

 

- Quando si parla di streaming musicale i primi nomi che salgono in mente sono quelli dei grandi brand come Spotify, Deezer e tutti gli altri che pian piano si stanno affacciando su un mercato ad alto livello di concorrenza, in che maniera avete creato o state creando la vostra nicchia?

Il mercato è enorme, potenzialmente chiunque ascolti musica o la radio tradizionale è un utente TuneApp. Grazie alla nostra differenza tecnologica biometrica che ti fa ascoltare musica per il tuo mood, ma anche un costo di abbonamento minore rispetto alle altre piattaforme musicali, stiamo portando TuneApp a creare molto di più che una nicchia. Nonostante siamo usciti pubblicamente su App Store e Play Google pochi giorni prima dalla fiera Smau di Milano, che si è tenuta lo scorso 22 Ottobre, stiamo ricevendo centinaia di sottoscrizioni e messaggi positivi dagli utenti, tutti i giorni.

 

Partire come una buona dose di fiducia è quello che auspichiamo per tutte le startup. Tuttavia, di certo anche TuneApp si troverà ad affrontare svariate problematiche quotidiane, quali sono le vostre sfide?

Le nostre sfide sono perlopiù di carattere tecnologico, stiamo già lavorando a nuove tecnologie da implementare in TuneApp per rendere sempre più il servizio differente rispetto ad altri player musicali. Il segreto è creare qualcosa di unico, di diverso, altrimenti sarebbe impossibile fare concorrenza a grossi player come Spotify o Apple.

 

- Uno dei tasti dolenti per tutte le startup è quello economico. Attualmente come si sostiene economicamente TuneApp?

TuneApp si sostiene grazie al fatturato che Colan genera producendo software per conto di altre aziende. Sviluppiamo per importanti aziende italiane e multinazionali. Una buona parte del fatturato viene distribuito per TuneApp.

 

- Questa è una situazione che abbiamo riscontrato in tante storie: quella di alimentare il lavoro su un prodotto attingendo a un fatturato che proviene da altre linee di ricavo. Restando sul tema finanziario, quale è stata la situazione più complicata che avete affrontato?

Non nascondo che l’investimento in TuneApp è stato molto importante proprio a livello economico e che la situazione più complicata, inizialmente, è stata quella di un fatturato proveniente dalla Colan non sufficiente a garantire la giusta continuità a TuneApp. La situazione si è sbloccata grazie all’ingresso di un nuovo socio finanziatore, Giuseppe Polverini, che ha creduto nel progetto e ci ha finanziato quando tutto sembrava perso. Il suo apporto è stato fondamentale, non solo da un punto di vista prettamente economico, personalmente gli devo molto anche perché mi ha insegnato a fare l'imprenditore. (n.d.r. Giuseppe Polverini è un imprenditore marchigiano e CEO di Fiber Pasta)

 

- La figura del mentore è senza dubbio di notevole importanza, in particolare per una startup che spesso si trova a dover affrontare delle problematiche mai verificatesi prima. Poter contare sulle competenze di una figura con maggiore esperienza può fare la differenza in chiave di successo. Un altro elemento che gioca un ruolo importante sul successo di un’idea imprenditoriale è quello del team. Chiunque abbia un minimo di esperienza di fronte agli investitori conosce bene quanto sia rilevante questa variabile. Cosa ne pensi dell’importanza del team?

Il team è la cosa più importante. Strada facendo si sono uniti al progetto due grossi nomi del settore della radiofonia italiana. Claudio Astorri (n.d.r. Consulente Radiofonico e Professore del Master in Comunicazione Musicale dell'Università Cattolica di Milano) e Andrea Pellizzari (n.d.r. disc jockey, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano). Entrambi sono stati indispensabili, hanno portato tantissimo e posso dire che senza la loro esperienza e professionalità oggi TuneApp sarebbe ancora un progetto senza identità e sicuramente ancora chiuso nel cassetto. Per esempio, l'idea di inserire la tecnologia biometrica è partita da Andrea (n.d.r. Pellizzari) che in una riunione braistorming ha detto: “facciamo la prima radio che si sintonizza all'ascoltatore!”. Sono orgoglioso e onorato di lavorare con loro e lavoriamo come una squadra tutti i giorni, ognuno il suo ruolo... l'imprenditore da solo, senza un buon team non va da nessuna parte. 

L'idea di creare TuneApp nasce 5 anni fa da Daniele Cola, fondatore e CEO di Colan srl. Con l'aiuto del suo socio Riccardo Manoni CTO, la Colan ha sempre operato nel settore audio e video. Dal 2009 al 2014 hanno realizzato server multimediali musicali e server per i cinema. Dal 2014 la produzione della Colan è cambiata, per dare posto allo sviluppo di applicazioni mobile per conto terzi. Grazie alle competenze acquisite nell’ambito dei server multimediali, connesse alla passione della musica, ma soprattutto grazie alla costante ricerca nel settore tecnologico, i due soci si sono accorti che tutti i media avevano avuto un naturale adeguamento tecnologico, tranne la radio. Da questa intuizione nasce TuneApp la prima radio on demand.

- Mi sembra di capire che anche per TuneApp l’idea si è strutturata nel corso del tempo, attraverso l’esperienza e grazie all’apporto di coloro che a vario titolo vi hanno contribuito. A questo punto una domanda di rito: progetti per il futuro?

Progetti per il futuro tantissimi, stiamo già lavorando per inserire nel prossimo aggiornamento alcune funzioni tecnologiche che porterà TuneApp ad un livello mai visto prima nelle piattaforme musicali e stiamo iniziando a produrre i nostri primi contenuti audio (programmi podcast originali). Sono già pronti anche diversi influencer importanti per iniziare un percorso anche nei social media. Il nostro obbiettivo da raggiungere per il 2020 sono 50k utenti attivi abbonati. Con la giusta determinazione non ci sono obbiettivi impossibili!

 

Grazie Daniele per il tuo contributo e i migliori auguri per TuneApp.

Ciò che emerge da questa intervista è ancora una volta la strada travagliata a cui gli imprenditori startupper si trovano a dover far fronte. Abbiamo visto che non ci sono soltanto le questioni economiche ma che le difficoltà si nascondono anche nel riuscire a dare la giusta identità ad un’idea che per quanto possa essere buona necessita sempre di essere percepita come unica e differente agli occhi degli utenti. Dalle parole di Daniele Cola, Ceo di TuneApp, abbiamo avuto modo di constatare come il lavoro di squadra sia fondamentale ai fini della buona riuscita, perché l’apporto di creatività da parte di tutto il team è sempre un valore aggiunto.

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