Potrebbe sembrare uno di quegli articoli con un titolo impressionante scelto tanto per attirare click, ma poi nella sostanza solo chiacchere e nulla di concreto. Invece questa volta non è così. Come è possibile annullare tutti i debiti di una persona fisica? Quale legge lo consente?
Essere travolti dai debiti è una situazione che nessuno vorrebbe vivere e nemmeno una situazione che si possa augurare. Eppure i casi della vita sono tanti e spesso accade che i debiti siano stati contratti anche in buona fede, magari per cercare di risolvere un importante problema di salute, per dare un mano ai propri figli oppure per cercare di risollevare la situazione economica debitoria contratta per lavoro.
Qualunque sia il caso, la legge consente di annullare tutti i debiti, ovviamente a specifiche condizioni.
Tale possibilità è disciplinata dall’articolo 14-quaterdecies della legge N. 3 del 2012, ovvero il codice sul sovraindebitamento. Di recente, ha fatto notizia la sentenza del tribunale di Milano che ha applicato tale norma per un privato cittadino impossibilitato a pagare i propri debiti.
In realtà è soltanto l’ultima sentenza in ordine di tempo, visto che di sentenze simili, in giro per i tribunali italiani, se ne contano abbastanza.
Abbiamo sempre dato molta attenzione alla questione dei debiti e alle modalità per alleggerire il carico, per questo ci sembra utile tornare sull’argomento svolgendo una breve rassegna su ciò che dice la legge.
Il comma 1 entra subito nel merito è sostiene, senza troppi giri di parole, che per poter ottenere l’esdebitazione il creditore dev’essere meritevole. Cosa voglia dire nel concreto questo concetto di meritevole può essere lampante per tutti, ma di certo su questo punto gioca un ruolo importante la discrezionalità del giudice.
Ovviamente, oltre l’essere meritevoli, vi devono essere anche dei requisiti oggettivi. Ad esempio, il debitore deve dimostrare di essere impossibilitato ora e per il futuro di poter pagare il debito verso i propri creditori. Da qui il concetto di nullatenente. Non solo. Per essere meritevoli è necessario garantire che qualora dovesse entrare in possesso di un eventuale lascito o nuovo reddito che consenta il soddisfacimento in misura non inferiore al 10% di quanto dovuto, il debitore si impegna a corrispondere le somme entro 4 anni dal decreto del giudice.
Nulla, perchè i finanziamenti non contribuiscono alla formazione del reddito utile a soddisfare l’interesse dei creditori.
Questo è un punto molto interessante, infatti la legge dice che i debiti si possono annullare soltanto una volta nella vita, quindi è vietato essere recidivi.
Il giudice è tenuto a monitorare lo stato di nullatenete e quindi il suo essere meritevole di annullamento del debito, almeno una volta l’anno.
Affinchè il reddito percepito possa soddisfare le necessità dei creditori, il giudice adotta dei parametri fissati dalla legge. Questa stabilisce che il parametro di riferimento è l’assegno sociale, aumentato della sua metà e moltiplicato per un coefficiente che dipende dal numero dei componenti del nucleo famigliare. Detto in altri termini, ciò che è necessario al sostentamento non può essere utilizzato per soddisfare i creditori.
La domanda si presenta per il tramite dell’organismo di composizione della crisi.
Vanno presentati i seguenti documenti:
Alla domanda viene allegata anche una relazione redatta dall’organismo di composizione della crisi dove si illustreranno le motivazioni e le cause dell’indebitamento, evidenziando la diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni e l’esposizione dell’incapacità del debitore di sanare i debiti.
Sulla base di tutti questi dati, il giudice deciderà se annullare i debiti oppure procedere in altro modo. In caso di decisione positiva il debitore vedrà annullarsi tutti i debiti ancora in essere.
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