Come si diventa un incubatore di Startup Innovative? Quali sono i requisiti che è necessario possedere per l’iscrizione nell’apposito registro? A queste domande rispondiamo nell’articolo di oggi, dedicato a quelle imprese che lavorano per sostenere la nascita e la crescita delle Startup.
È diventato sempre più comune sentire parlare, anche in Italia, di incubatori o acceleratori di imprese. Con la parola incubatore si identificano quelle imprese il cui scopo è di favorire la nascita e la crescite di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico, in altre parole le Startup Innovative.
Si parla anche di acceleratori di impresa perché il concetto esprime ancora meglio lo scopo di questa tipologia di attività, visto che una volta entrate nell’orbita di un acceleratore, le startup innovative possono godere di strumenti, servizi e competenze utili a velocizzare il processo di consolidamento dell’attività.
Il ruolo degli incubatori è di grande importanza, visto che le Startup Innovative, per via della loro natura sperimentale e di ricerca, sono soggette ad un’alta probabilità di fallimento. Un rischio, questo, che si cerca di scongiurare proprio grazie al lavoro degli incubatori.
Al termine del quarto trimestre del 2019 il numero di startup in Italia era di poco inferiore alle 11.000 unità. Una cifra sicuramente raggiunta nei successivi mesi del 2020, benché il lockdown da coronavirus ha certamente portato ad un rallentamento. Oltre la metà di queste imprese innovative mostra un bilancio in perdita, quindi con un alto rischio di chiusura. Il dato non deve stupire in quanto è fisiologico che attività a così alto contenuto tecnologico fanno più difficoltà ad entrare nel mercato, spesso non riuscendoci nemmeno.
Eppure questo è un mercato dalle grandi scommesse, da cui possono arrivare le giuste soddisfazioni in termini di occupazione e redditività se si attuta la giusta strategia di supporto e finanziamento. Gli incubatori, quindi, rivestono un ruolo strategico, sia che si tratti di un incubatore a partecipazione pubblica o totalmente privato.
Ed è anche per questo motivo che diventare incubatore richiede il possesso di numerosi requisiti, i quali dovrebbero dimostrare la capacità di riuscire a fornire supporto alle aziende più fragili. Al pari delle Startup Innovative, anche gli incubatori si iscrivono nella sezione speciale del Registro delle Imprese e questo consente loro di fruire di tutte le agevolazioni previste dalla legge e di poter acquisire il titolo di incubatore certificato. Al momento in Italia si registrano 197 incubatori, dislocati sul tutto il territorio nazionale ma con una forte prevalenza nelle regioni settentrionali, dove la Lombardia ottiene il primo posto in assoluto. Oltre il 60% è di natura privata, il 15% circa è pubblico mentre il 22% circa è ibrido. Intorno a questi 197 incubatori gravitano almeno 2800 startup innovative. Per avere un’idea delle differenze, precisiamo che gli incubatori in Francia sono 284, in Germania 247, Gran Bretagna 274 e 215 in Spagna. Il valore degli incubatori italiani, secondo uno studio del Sole 24 Ore è di poco inferiore ai 400 milioni di euro.
Come accennato all’inizio, i requisiti per poter ottenere il riconoscimento di incubatore certificato sono molti. Si distinguono innanzitutto in 5 macro aree:
Per ognuna di queste categorie, è sufficiente presentare un autodichiarazione firmata dal rappresentate legale. Entriamo nel dettaglio e vediamo quali sono i valori da rispettare nell’ambito di ciascuna sotto categoria.
Per quanto riguarda il possesso delle strutture immobiliari, il requisito è il possesso di almeno 500 mq.
La società che intende registrarsi come incubatore deve dimostrare una comprovata esperienza nelle attività di sostegno a favore di altre imprese. Questo aspetto può essere facilmente dimostrato recuperando uno storico delle attività poste in essere dalla società. Qualora questa abbia meno di due annualità di esercizio, può portare in auto certificazione anche attività svolte per conferimento da parte di altre aziende, oppure frutto di scissione e cessione di ramo di aziende. Attenzione: a queste attività può fare riferimento solo una singola società. Ovvero, se sono 2 le aziende che possono certificare di aver svolto attività di sostegno in questa modalità, solo una delle due potrà fare leva su questi dati. Va ricordato che le informazioni sulle attività di sostegno devono essere aggiornate ogni 6 mesi, anche se non vi sono novità rispetto al semestre precedente.
Un altro requisito riguarda la velocità di navigazione all’interno delle strutture dell’incubatore. Dev’essere garantita almeno una banda di 10 MB, oppure (in assenza di questa) la presenza di almeno un laboratorio per la conduzione di prove ed esperimenti oppure un laboratorio per la costruzione di prototipi.
L’incubatore deve essere equipaggiato con una struttura tecnica di consulenti, che non sia inferiore alle 3 unità. Il numero di anni maturati complessivamente dalle 3 unità non dev’essere inferiore a 15. Altro requisito è la dimostrazione di contratti attivi o convenzioni con centri di ricerca è università, finalizzati allo sviluppo delle startup innovative. In assenza di questo requisito si possono presentare medesimi accordi con partner finanziari oppure, ultima alternativa, con istituzioni pubbliche.
Ognuna delle voci elencate negli ultimi 3 paragrafi da diritto ad un punteggio che, complessivamente, non può essere inferiore a 35 punti.
In aggiunta a quelli appena descritti, l’incubatore deve presentare una serie di altri requisiti che fanno riferimento al punto 5 dell’elenco all’inizio dell’articolo, ovvero la comprovata esperienza nell’ambito delle attività di sostegno per le aziende innovative:
Non è necessario avere tutti i requisiti ma riuscire a raggiungere un punteggio minimo di 50, tenendo conto che ciascuna voce consente di ottenere un punteggio differente.
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