Per il 2021 resta in vigore la pace contributiva sperimentale, per riscattare periodi di vuoto contributivo. Quali sono i requisiti per accedere all'agevolazione? Cosa sono i premi di risultato? Quali anni si possono coprire con la pace contributiva? Che cos'è la pace contributiva?
Anche per il 2021 resta in vigore la pace contributiva sperimentale, finanziabile con i premi di risultato previsti dal welfare aziendale. Vediamo nello specifico come funziona e quali sono i requisiti per poter accedere all'agevolazione.
La possibilità d'incrementare la propria posizione pensionistica riscattando eventuali anni non coperti dal punto di vista contributivo. A questo genere di contributi fanno riferimento anche il riscatto della leva militare e il riscatto degli anni di studio universitario. Nel caso in esame, si parla di pace contributiva finanziata attraverso il welfare.
Vuol dire che è possibile coprire gli anni scoperti di contribuzione, destinando a questi i premi di risultato maturati in azienda. I premi di risultato sono somme aggiuntive erogate a favore del lavoratore che riesce a raggiungere specifici obbiettivi fissati dal datore di lavoro.
A tutti i lavoratori iscritti alle gestioni previdenziali INPS e agli assicurati al fondo dei lavoratori dipendenti.
Per destinare i premi di risultato alla pace contributiva, è necessario innanzitutto che il contribuente sia privo di qualsiasi forma di contribuzione che si colloca antecedentemente al 1 gennaio 1996, e a patto che non siano già destinatari di un trattamento pensionistico.
Sì è vero. Qualora il lavoratore dovesse riscattare uno o più anni di vuoto contributivo precedenti al 1 gennaio 2016, e prima che egli sia andato in pensione, l’agevolazione decade nel suo complesso.
È consentito riscattare fino a cinque anni di vuoto contributivo.
Su tutti gli anni di vuoto contributivo compresi tra l’anno del primo contributo versato fino al 28 gennaio 2019.
Fino a un massimo di 3000 euro.
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