La questione se sia lecito oppure no adottare un’aliquota ridotta per l’imposta di registro dovuta su contratti di locazione per terreni agricoli, è stata sollevata con una richiesta di interpello all’Agenzia delle Entrate da parte di un’impresa. Vediamo nel dettaglio la situazione.
È la tassa che è necessario pagare per la registrazione dei contratti di locazione. La sua percentuale varia in funzione del tipo di contratto, se è relativo ad un immobile commerciale oppure ad uso abitativo e anche dalla durata. Se, ad esempio, si tratta di una locazione ordinaria, senza cedolare secca, l’aliquota è del 2% del canone annuo. Sui canoni agevolati, invece, il 2% si calcola sul 70% del canone annuo.
Certo, il parco fotovoltaico, a pari di quello eolico, può essere realizzato non solo su terreni di proprietà ma anche su quei terreni in locazione o su cui si esercita un diritto reale di godimento.
No, su questo è intervenuta già l’Agenzia delle Entrate, specificando che l’installazione può avvenire anche su terreni accatastati come agricoli, a patto che non si vada a compromettere la biodiversità e la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali.
Dal momento che l’installazione di un parco fotovoltaico non modifica la destinazione d’uso del terreno, se questo è un terreno di tipo agricolo o classificato come rustico, l’aliquota corretta sarà pari allo 0,50% invece del 2%
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