Il Fondo Aree Interne è istituito per dare sostegno alle imprese residenti in Comuni considerati perifferici o ultraperiferici. Quali sono i requisiti che l'impresa deve possedere? Quali sono le spese ammissibili? Son previsti contributi a fondo perduto? Vale anche per la digitalizzazione?
Nel mese di Dicembre in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale N. 302), sono state pubblicate le prime indicazioni sulle modalità operative del Fondo Aree Interne, il cui scopo è dare sostegno alle imprese delle aree più disagiate del paese.
Sono oltre 3000 i Comuni interessati dal Fondo Aree Interne, le cui caratteristiche sono quelle di occupare posizioni geografiche considerate svantaggiate, periferiche o ultra periferiche. La lista, lunghissima, è già disponibile in Gazzetta Ufficiale.
Le agevolazioni saranno accessibili a tutte le PMI.
Le imprese dovranno possedere pochi ma chiari requisiti. Nello specifico si tratta di:
Gli aiuti, in regime De Minimis, possono consistere in contributi a fondo perduto o in conto capitale.
Le agevolazioni possono essere richieste per le spese di gestione oppure iniziative che agevolano la ristrutturazione, l’ammodernamento, l’ampliamento per innovazione di prodotto e di processo di attività artigianali e commerciali. Acquisto di macchinari, impianti, arredi e attrezzature varie, per investimenti immateriali, per opere murarie e impiantistiche necessarie per l’installazione e il collegamento dei macchinari e dei nuovi impianti produttivi.
Sì, infatti tra le spese sostenibili sono incluse le innovazioni tecnologiche indotte dalla digitalizzazione dei processi di marketing on-line e di vendita a distanza.
Il Fondo interverrà per ciascuno degli anni che vanno dal 2020 al 2022. Si tratta quindi di un triennio.
I contributi sono assegnati ai Comuni proporzionalmente al numero di abitanti e in funzione del loro livello di perifericità. Quest’ultimo passaggio sta a significare che i Comuni più svantaggiati, per posizione geografica, posso contare su un sostegno maggiore.
Sì, al momento il limite è fissato a 5000 abitanti.
Il Ministero del Sud può attuare una revoca dei contributi e quanto revocato torna nuovamente nelle disponibilità del Fondo.
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