In questi giorni torniamo a parlare di NextGenerationEU, le risorse che l’Unione Europa ha messo a disposizione per supportare le piccole e medie imprese nei processi di internazionalizzazione e di transizione digitale ed ecologica, facendo leva sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.
Se l’obbiettivo della tua azienda è incrementare il fatturato ampliando le vendite verso l’estero, con il supporto di nuovi strumenti digitali come e-commerce e attività di marketing digitale, allora in questo articolo puoi trovare informazioni utili per presentare la domanda di adesione.
A chi si rivolge NextGeneration?
La sigla NexGeneration indica un pacchetto di contributi il cui scopo è supportare le aziende su molteplici processi d’innovazione. C’è la transizione ecologica e l’internazionalizzazione, certo, ma ci sono in particolare tutti i processi di digitalizzazione. Benché siano aspetti distinti, la transizione digitale stimolata dal PNNR è considerata a tutti gli effetti propedeutica sia all’internazionalizzazione sia alla transizione ecologica. Il motivo è semplice e va individuato nell’efficacia che uno strumento come l’e-commerce può avere sui livelli di fatturato derivanti dalle vendite verso l’estero, oppure sul risparmio energetico che scaturisce dall’ottimizzazione dei magazzini e delle dinamiche di vendita.
A chi si rivolge NextGeneration?
I fondi messi a disposizione da NextGeneration, a prescindere se sono utilizzati per la realizzazione di e-commerce su misura o per uno degli altri processi, si rivolgono a tutte le PMI che abbiano sede operativa in Italia al momento della presentazione della domanda. Vale comunque ricordare che vi sono alcuni settori commerciali che sono esclusi dai fondi NextGeneration perché già destinatari di altri fondi PNNR e sono le aziende che si occupano di Agricoltura, Silvicoltura, Pesca, Manifatturiera e produzione di carne non di volatili.
Quali spese sono ammissibili per il digitale?
Se stai pensando di accedere ai fondi NexGeneration per migliorare gli apparati informatici della tua azienda o per rafforzare la presenza online del tuo brand, allora devi considerare che le voci di spesa da portare in contribuzione sono molteplici. In termini generali, il contributo permettere di coprire sia la realizzazione di e-commerce studiati su misura per le tue esigenze, anche attingendo a soluzioni e-commerce basate sulle piattaforme più utilizzate, sia per la creazione di app ideate appositamente per l’e-commerce e finalizzate ad aumentare le vendite, certamente, ma anche la fidelizzazione del cliente. Nell’elenco delle spese ammissibili, allora, troviamo:
1) Creazione e/o aggiornamento di una piattaforma proprietaria;
2) Presenza su piattaforme di terze parti, come potrebbe essere il marketplace di Amazon;
3) Spese di web marketing (campagne social, SEO e SEM);
4) Cyber Security;
5) Spese di formazione.
Nonostante l’elenco sia limitato alle voci di spesa che riguardano la realizzazione e la gestione di un e-commerce, bisogna considerare che tra le voci di spesa oggetto del contributo vi sono anche le consulenze. Apparentemente slegate dalla fase operativa, le consulenze sono fondamentali per capire qual è la soluzione tecnologica più adatta per la tua azienda, oppure per capire se vi è la necessità di ricreare ex-novo una piattaforma e-commerce oppure se non sia più conveniente lavorare su un aggiornamento di quella già esistente.
In cosa consiste l'agevolazione per gli E-commerce?
L'agevolazione prevista conb NextGeneration consente di soddisfare entrambe le richieste poc'anzi menzionate, ovvero sia realizzare un e-commerce su misura, capace di soddisfare tutte le esigenze specifiche dell'imprenditore, sia integrare quello esistente per vendere all'estero. In entrambi i casi si potrà lavorare facendo leva su un finanziamento a tasso agevolato, integrato da un contributo a fondo perduto che viene erogato secondo le direttive del Temporary Framework, votato dalla Commissione Europea in tempi di Covid. Gli importi massimi finanziabili secondo il NextGeneration sono due:
1) In caso di piattaforma propria, l'importo massimo finanziabile è pari a 300.000 euro e comunque non può essere superiore al 15% dei ricavi medi così come derivante dagli ultimi due bilanci depositati;
2) In caso di presenza su piattaforme di terzi, l'importo massimo finanziabile può arrivare fino a 200.000 euro oppure, anche in questo caso, non oltre il 15% dei ricavi medi come risultanti dagli ultimi due bilanci depositati.
Ogni progetto ideato per vendere all'estero tramite e-commerce i prodotti di aziende italiane, non potrà avere un valore di spesa inferiore a euro diecimila. Vale inoltre ricordare che il finanziamento dev'essere restituito entro quattro anni, al netto di un anno di pre-ammortamento.
Come funziona il fondo perduto
Il contributo a fondo perduto, invece, può oscillare tra il 25% e il 40% dell'intero valore di progetto. Questa forbice deriva dalla sede legale dell'azienda, la quale potrà godere di una percentuale maggiore se ubicata al sud, altrimenti si ottiene la percentuale minima se si è ubicati in altre Regioni d'Italia.
Come si presenta la domanda
Le aziende che intendono vendere all'estero con strumenti migliori, possono presentare la domanda tramite la piattaforma Simest, di Cassa Depositi e Prestiti. Lo sportello telematico, salvo proroghe, resterà aperto per tutto il mese di maggio.
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