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Donatore di sangue e lavoratore: quali diritti?

Donatore di sangue e lavoratore: quali diritti?

Donare il sangue è un gesto di grande attenzione civile e sociale. La legge ha stabilito delle norme che tutelano il diritto alla retribuzione dei lavoratori donatori. Cosa spetta al lavoratore? Quali documenti è necessario presentare? Perchè la retribuzione può essere più bassa del previsto?



Recentemente un utente ha chiesto un chiarimento sui diritti del lavoratore che cede il proprio sangue gratuitamente nell’ambito della normale e periodica donazione. Abbiamo raccolto la sollecitazione dell’utente per fare chiarezza sull’argomento, in quanto non è raro che i datori di lavoro siano poco informati sul tema e questo non fa altro che generare attriti sul lavoro, spesso del tutto inutili.

Esiste una legge che disciplina i donatori di sangue o di plasma?

Si, è la legge n. 218 del 2005, che norma l’astensione dal lavoro di chi si presta alla donazione del sangue e/o di emocomponenti, come potrebbe essere il plasma. Vale precisare che non vi è differenza alcuna nell'applicazione delle norme se la donazione sia di sangue o emocomponenti.

Cosa spetta al lavoratore?

La legge stabilisce che il lavoratore ha diritto alla giornata di riposo retribuita. Sono coinvolti da questo beneficio:

  1. Tutti i lavoratori dipendenti con qualsiasi qualifica, indipendentemente dal settore lavorativo, assicurati all’INPS;

A chi non spetta il beneficio?

Ai lavoratori autonomi e ai lavoratori che versano contributi nella gestione separata.

Quanto spetta al lavoratore donante?

La retribuzione spettante è data dalla somma delle ore non lavorate comprese nella giornata di riposo.

In quali casi il lavoratore non ha diritto alla retribuzione?

Quando la donazione viene effettuata di sabato o comunque in giorni considerati non lavorativi.

Sono un donatore, perché ho ricevuto una retribuzione minore a quella giornaliera?

Probabilmente perché la donazione è avvenuta prima della fine della giornata lavorativa dopo essere stao presente sul lavoro per le restanti ore.

Cosa succede se al momento della donazione sono considerato non idoneo?

La legge stabilisce che è comunque garantita la retribuzione del donatore lavoratore anche se limitatamente per il tempo necessario all’accertamento dell’idoneità.

È vero che in caso di non idoneità esiste un tetto massimo di statale?

Si è vero. Per ciascun anno viene stabilito un fondo che serve per coprire i casi di donatori non ritenuti idonei ma che devono comunque percepire la retribuzione per le ore perse.

Come giustifico l’assenza per donazione?

Premesso che è sempre importante avvisare per tempo dell’assenza in vista della donazione, successivamente bisogna presentare un certificato redatto e firmato dalla struttura che si occupa del prelievo. Anche in caso di non idoneità, è necessario che sia rilasciato un certificato con l’attestazione dell’orario di ingresso e di uscita.

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