Quando un’azienda viene dichiarata fallita, a farsi avanti saranno innanzitutto i creditori. Chi può esercitare il diritto ad esigere il proprio credito? Quali sono i tempi da rispettare per insinuarsi al passivo? Come presentare la domanda? Tutte le risposte, ed altro, nell’articolo.
Una volta che un’impresa viene dichiarata fallita, se esistono dei creditori che vantano un credito da parte dell’azienda, viene nominato un curatore fallimentare. Questi avrà il compito di raccogliere tutta la liquidità ancora disponibile, perché giacente in cassa oppure attraverso la vendita di strumenti o immobili, per poter soddisfare le richieste dei creditori. Coloro che vantano un credito, devono presentare un’apposita domanda e la procedura prende il nome di insinuazione al passivo.
La domanda può essere presentata da tutti i creditori, anche quelli che non hanno ricevuto un avviso ufficiale. È fondamentale che i crediti maturati siano antecedenti alla dichiarazione di fallimento. Esiste una categoria di creditori che possono presentare la domanda per mezzo dei loro rappresentanti, questo è il caso di:
Per il caso 1 la domanda può essere presentata dal rappresentante comune, mentre per il caso 2 e 3 la domanda è presentata da chi ne ha la rappresentanza in giudizio.
La domanda di insinuazione al passivo va presentata entro 30 giorni prima dell’udienza fissata dal curatore fallimentare per l’esame dello stato passivo. Il termine è perentorio e perfino l’eventuale slittamento dell’udienza non permette di riaprire i termini di presentazione della domanda. Questa dev’essere presentata necessariamente via PEC e la data di invio sarà quella considerata per valutare se il creditore ha agito entro il termine dei 30 giorni.
Fai attenzione a calcolare attentamente i 30 giorni in quanto bisogna valutare bene il giorno esatto fissato per l’udienza, anche in virtù della sospensione feriale prevista dal 1 al 31 agosto.
La domanda va presentata sotto forma di ricorso e benché la legge consenta di farne a meno, è sempre consigliato farlo per il tramite di un avvocato, vista la complessità della redazione.
La domanda può essere presentata anche in formato digitale, l’importante che l’invio del file avvenga a mezzo PEC e non meno di 30 giorni prima la data dell’udienza.
I documenti possono essere redatti fin dall’inizio in formato digitale, oppure in formato cartaceo che viene poi scansionato per l’invio. Attenzione a questo aspetto in quanto la nuova normativa stabilisce che il ricorso non può essere presentato tramite servizio postale, anche se a mezzo raccomandata, e nemmeno può essere depositato tramite supporto cartaceo.
Presentare la domanda di insinuazione al passivo è importante anche ai fini della prescrizione. Infatti, in questo caso si interrompe il decorso della prescrizione del diritto di credito nei confronti del fallito. L’interruzione, nello specifico, decorre dal momento in cui la domanda viene depositata in cancelleria.
Rinuncia di insinuazione al passivo
Un ultimo aspetto riguarda il discorso della rinuncia. La legge, infatti, consente al creditore di rinunciare ad esercitare il diritto di credito nei confronti del fallito ma questo non gli impedisce di poter riformulare la domanda in un altro momento, a patto di non essere entrati nei 30 giorni che separano dalla data dell’udienza, altrimenti su più presentare la domanda secondo la procedura di insinuazione tardiva.
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