Per 3 regioni del nord Italia è stata introdotta una deroga all'utilizzo degli ammortizzatori sociali, per colmare un vuoto normativo che durava da febbraio 2020. Quali sono le Regioni interessate? Qual è il limite per in fondo istituito dallo Stato? Chi e come presenta la domanda di accesso?
Durante le prime fasi della pandemia da Covid-19, molti lavoratori delle ormai ex zone rosse sono stati impossibilitati a recarsi al lavoro. Questo ha generato per loro un danno economico dal momento che legalmente non erano in malattia e non erano nemmeno assenti per responsabilità imputabile al datore di lavoro. Un nodo che è stato sciolto solo di recente con una deroga agli ammortizzatori sociali valido per le 3 regioni di residenza delle zone rosse.
Questi ultimi, di legge, sono applicabili solo se la sospensione dal lavoro è stata decisa dal datore di lavoro, quindi in teoria non sarebbero applicabili ad un caso per cui l’assenza è stata ordinata da un organo amministrativo esterno.
Si tratta a tutti gli effetti di una cassa integrazione, benché legalmente non sia utilizzabile per casi non dovuti alla volontà espressa dal datore di lavoro.
La deroga è prevista per i datori di lavoro delle regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.
La domanda di accesso a questo ammortizzatore sociale la deve presentare il datore di lavoro a favore dei lavoratori interessati.
Quello che va dal 13 febbraio al 30 aprile 2020, in ogni caso per un periodo non superiore alle 4 settimane. La domanda non può essere presentata per chi già ha ricevuto altre forme di contributo al salario, come ad esempio l’indennità di malattia.
Si, è vero. È stato stabilito un fondo di 59,3 milioni di euro. Una volta esaurito questo fondo non saranno prese in considerazione altre domande di accesso.
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