Le Startup Innovative stanno acquisendo sempre maggiore importanza anche all’interno dell’economia italiana. Per natura rivolte alla sperimentazione, molte di esse sono già diventate imprese di notevoli dimensioni. Per questo conviene investire su di esse.
In Italia, ad Aprile 2020, si contano circa 11.200 startup innovative, che generano un fatturato superiore al miliardo di euro. Danno lavoro ad almeno 30.000 persone ma i loro bilanci, almeno per il 54% di esse, è purtroppo in rosso. Non deve stupire quest’ultimo aspetto.
Si tratta di imprese pionieristiche che lavorano su strumenti e servizi innovativi, molti dei quali sono spesso difficili da posizionare sul mercato. Non dimentichiamo poi di essere in Italia, che in questo campo si mostra meno competitiva e meno votata alla sfida, di altre nazioni.
Tuttavia, questo richiede che il sostegno dello Stato sia finalizzato a favorire gli investimenti e l’accesso al credito. Per questo anche il decreto Rilancio, in seguito agli effetti sull’economia determinati dalla pandemia di Covid.19, ha dedicato ampio spazio a queste tipologie di imprese.
Il primo punto su cui il decreto Rilancio ha offerto nuovi spunti, è lo strumento Smart&Start di Invitalia. Per il 2020, sono stati stanziati 100 milioni di euro aggiuntivi a favore di questa azione che punta ad offrire finanziamenti agevolati.
La difficile situazione economica in cui vivono comunemente le Startup Innovative, rende particolarmente difficile la possibilità di aumentare il numero di dipendenti, e questo si traduce nella necessità di servizi in outsourcing. Per questo altri 10 milioni di euro sono destinati, sempre per il 2020, per contributi a fondo perduto finalizzati all’acquisizione di servizi messi a disposizione di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative.
Aumento della disponibilità anche per il Fondo di Sostegno al Venture Capital, a cui il decreto riconosce 200 milioni di euro aggiuntivi per il solo 2020, per favorire gli investimenti nel capitale, anche tramite sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, nonché mediante l’erogazione di finanziamenti agevolati o la sottoscrizione di obbligazioni convertibili, sempre e soltanto rivolte alle startup innovative.
Per favorire la ricerca finalizzata al coronavirus, le startup innovative sono equiparate a tutte le altre imprese per la stipula di contratti di ricerca da parte delle università, come da Comma 200, Lettera C dell’articolo 1 della legge 160.
La permanenza delle Startup Innovative nella sezione speciale del Registro delle Imprese è estesa per altri 12 mesi, eventuali termini previsti a pena di decadenza dall'accesso a
incentivi pubblici e per la revoca dei medesimi sono prorogati di 12 mesi. Sono stanziate anche quote aggiuntive. Pari a 200 milioni di euro, a favore delle garanzie del Fondo per le PMI, a cui possono accedere le Startup Innovative e le PMI Innovative secondo le modalità previste dal fondo stesso.
Il Decreto Rilancio ha inserito anche alcune agevolazioni per quanto riguarda gli investimenti nel capitale delle Startup Innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese. Infatti, a decorrere dal decreto Rilancio, dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche si detrae un importo pari al 50% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più startup innovative, sia per investimenti diretti che per il tramite di organismi di investimento che investono prevalentemente in Startup Innovative. Vale ricordare che questa misura è applicabile solo per azioni a favore di Startup presenti nella sezione speciale e questo chiarisce l’importanza della proroga di cui abbiamo scritto nel precedente paragrafo.
L’investimento massimo detraibile non può superare i 100.000 euro e dev’essere mantenuto per almeno 3 anni, pena la decadenza del beneficio e la restituzione dell’importo detratto insieme agli interessi legali.
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