Quante sono le forme di contributo a cui un’azienda può accedere? Quali sono le differenza tra ciascuna di esse? Il contributo in conto capitale può essere a fondo perduto? Che tipo di contratto devo stipulare per un contributo in conto canoni? Le risposte nell’articolo.
Le imprese possono fare affidamento su diverse tipologie di contributi, erogati dallo Stato oppure dagli altri enti nazionali territoriali e non, oppure direttamente dall’Unione Europea. Ma quali sono le differenze tra ciascuno di essi? Nell’articolo ne analizziamo le caratteristiche, in modo da avere un quadro ampio di tutte le possibilità che comunemente rientrano nel concetto di Finanza Agevolata.
Uno degli strumenti di finanza agevolata preferiti dalle imprese è sicuramente il contributo a fondo perduto. Il motivo è presto detto, visto che trattasi di un contributo che non prevede di legge alcuna restituzione. Solitamente si tratta di aiuti economici che devono servire a supportare la crescita dell’azienda attraverso l’acquisito di strumenti e servizi. Oggi questa tipologia di contributo è stata molto limitata rispetto a 20 o 30 anni fa. Si è tornato a parlare di contributo a fondo perduto con l’emergenza economica generatasi in seguito alla pandemia di Covid-19 ma resta uno strumento al quale si preferiscono, oggi, altre forme di finanza agevolata. Ultimamente si è fatto largo uso di questo strumento agevolativo, in particolare per contribuire al processo di digitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese.
Precisiamo che si tratta di due strumenti molto simili. In entrambi i casi, solitamente, non viene richiesta alcuna garanzia e per certi aspetti il contributo in conto capitale può essere considerato anch’esso una forma di finanza agevolata a fondo perduto. La differenza sostanziale sta nel fatto che quando è il conto capitale, il contributo non viene concesso con l’obbiettivo di favorire specifici investimenti oppure per coprire i costi di gestione ma piuttosto per incrementare i mezzi patrimoniali dell’azienda.
Solitamente si. La differenza rispetto ai precedenti, che parzialmente abbiamo annotato nel paragrafo precedente, consiste nell’obbiettivo che questo contributo intende soddisfare. Infatti, la peculiarità sta nel fatto che viene concesso per far fronte ai costi di gestione di un’impresa. Tra i costi di gestione possiamo elencare, a titolo esemplificativo:
Queste sono le voci principali ma non le uniche.
Le precedenti tipologie si caratterizzano per essere a fondo perduto, ovvero senza che l’azienda debba restituire nulla di quanto ricevuto. La questione cambia se ti trovi a ricevere un contributo in conto interessi. La prima differenza consiste nella presenza di un contratto di finanziamento, che l’azienda è obbligata a sottoscrivere prima di poter ricevere il contributo. Questo, infatti, andrà a coprire proprio la parte di interessi di un finanziamento, lasciando all’impresa l’onere della quota capitale.
Si, in questo caso si parla di contributo in conto canoni ed è una forma del tutto simile a quello in conto interessi ma con la differenza, appunto, che il contratto non è di finanziamento ma di locazione finanziaria, un leasing.
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