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Come funziona la cessione del credito d'imposta

Come funziona la cessione del credito d

Torniamo su un argomento molto sentito in questi anni, quello del Credito d'Imposta che interessa tanto le aziende quanto i privati cittadini. Come funziona e quali sono le caratteristiche di questo particolare meccanismo fiscale.



Grazie al credito d'imposta, lo Stato può finanziare indirettamente - attraverso il sistema fiscale - determinate attività dei cittadini o delle imprese che ritiene di dover incentivare. Alcune leggi, inoltre, prevedono la cessione di detti crediti per conseguire ulteriori effetti benefici rispetto ai privati e alle aziende: vediamo come funziona la cessione del credito d'imposta e come puoi accedere ai vantaggi di questo meccanismo.

Che cos'è il credito di imposta?

Come dicevamo in premessa, il credito d'imposta è una particolare figura che trova applicazione all'interno dei rapporti tributari, ossia tra il Fisco e i cittadini o le imprese. Il credito d'imposta non è altro che una somma che l'erario deve all'azienda o al privato, rispetto al sistema di imposizione generale, e che potrà essere oggetto di rimborso o di compensazione secondo le leggi fiscali.

I crediti d'imposta possono nascere in differenti occasioni: ad esempio, perché c'è stato un errore nella compilazione della dichiarazione e sono state pagate più tasse di quanto dovuto. La corrispondente somma, come detto, potrà essere oggetto di domanda di restituzione oppure, ove accertata, usata in compensazione con gli importi dovuti al Fisco per l'anno d'imposta successivo.

Negli ultimi anni, il legislatore ha utilizzato il meccanismo del credito d'imposta per introdurre agevolazioni di vario genere per i privati e le imprese, così da perseguire il raggiungimento di fini particolari: sgravi per incentivare l'occupazione, bonus per la ristrutturazione e l'efficientamento energetico, Sisma Bonus, Ecobonus e così via.

Prendendo ad esempio le più recenti novità legislative, la legge di Bilancio per il 2020 ha introdotto o modificato numerose ipotesi di incentivo fiscale sotto forma di credito d'imposta, tra cui il già citato Sisma Bonus 2020. Si tratta di una forma di detrazione IRPEF con cui i contribuenti possono "scaricare" una percentuale delle spese sostenute per effettuare lavori antisismici su immobili abitativi e destinati ad attività produttive, pagando tasse per un importo inferiore in misura corrispondente.

Caratteristiche del credito d'imposta

In particolare, i caratteri essenziali del credito d'imposta Sisma Bonus sono:

  • un bonus terremoto, che permette di ottenere una detrazione fino del 50% per spese fino a 96.000 euro volte all'adeguamento antisismico degli edifici, da suddividersi in 5 quote annuali di pari importo a partire dall'anno in cui vengono sostenuti i costi predetti;
  • la detrazione per gli interventi di riduzione di rischio sismico arriva fino al 70% in caso di passaggio ad una classe inferiore di rischio e fino all'80% se la riduzione è di due classi di rischio terremoto;
  • una specifica classe di detrazioni per i condomini che comporta detrazioni dal 75% all'85% se c'è riduzione di una o due classi di rischio sismico per l'edificio centrale e le parti comuni.

Cessione del credito d'imposta: chi può farla e perché?

Il sistema di bonus fiscali finora descritto è strutturato in modo tale da incentivare una certa categoria di contribuenti al compimento di una determinata azione ritenuta positiva dal legislatore: nel caso specifico del Sisma Bonus, infatti, lo scopo è quello di rendere più conveniente per imprese e privati la spesa in ordine agli interventi di riqualificazione delle unità immobiliari.

Tuttavia, per accrescere ulteriormente la platea di potenziali interventi, il legislatore ha introdotto - per specifiche classi di ipotesi, tra cui quella della detrazione sugli interventi antisismici - l'istituto della cessione del credito d'imposta. Questo strumento permette di poter monetizzare (in contanti o sotto forma di sconto per prestazioni da pagare in occasione degli interventi) le somme che spetterebbero a titolo di credito nei confronti del Fisco, attraverso la loro cessione onerosa ad altri soggetti. Questi ultimi, poi, potranno utilizzare il credito nelle forme ordinarie: solitamente, per compensare i debiti dovuti all'erario.

La cessione del credito d'imposta prevista dal Sisma Bonus può essere fatta dai condomini o proprietari di immobili, nonché da parte dei soggetti che non sono tenuti al pagamento d'imposte. Come vedremo, a seconda dei casi, cambiano le regole sul funzionamento dell'istituto.

Come funziona la cessione del credito d'imposta?

Partiamo dalla prima ipotesi. In questo caso, si prevede il riconoscimento del diritto a cedere il credito d'imposta in due occasioni:

  • all'interno di un condominio, ciascun condomino può cedere il credito d'imposta all'impresa che ha eseguito i lavori di ristrutturazione o ad altri soggetti privati (come fornitori e rivenditori di materiali, ma con espressa esclusione delle banche e degli intermediari finanziari);
  • chi acquista una casa antisismica ha diritto alla cessione del credito d'imposta (il cui ammontare è pari alla somma che sarebbe detraibile per il caso di acquisto case antisismiche) in favore di terzi privati, sempre ad eccezione degli istituti di credito e finanziari.

Credito d'imposta nel condominio: come funziona?

Nel caso dei lavori in condominio, in particolare, la quantificazione della detrazione spettante (su cui si calcola il credito d'imposta cedibile) avviene in misura percentuale all'ammontare di spesa individuato dalla delibera condominiale che ha approvato i lavori, nella quota imputabile al condomino interessato alla cessione.

Così, per chiarire, se il condominio ha approvato una spesa per complessivi 200.000 euro da destinare all'ammodernamento antisismico e un condomino (che, ad esempio, possiede una quota millesimale pari ad 1/5) intende cedere il proprio credito all'impresa costruttrice, la somma in questione sarà calcolata in base percentuale su un importo pari a 40.000 euro (ossia la quota di spesa sostenuta dal condomino per l'esecuzione di detti valori e su cui si quantifica il Sisma Bonus).

Il condomino che intende effettuare la cessione del bonus, salvo il caso in cui la delibera che ha autorizzato i lavori contenga già tali riferimenti, deve comunicare i dati che identificano l'operazione (contratto di cessione, dati anagrafici del cedente e del cessionario) all'amministratore di condominio entro il 31 dicembre dell'anno in cui è avvenuta la spesa. Sarà cura dell'amministratore comunicare all'Agenzia delle Entrate tali dati: se uno dei due adempimenti non viene rispettato, la cessione non ha effetto nei confronti del Fisco.

La cessione del credito d'imposta in regime di "no tax area"

Esiste, poi, una terza ipotesi in cui è ammissibile la cessione del credito d'imposta e ciò avviene nei confronti dei soggetti "incapienti", ossia quanti - pur avendo effettuato spese per lavori antisismici - non superano i limiti reddituali minimi a fronte dei quali scatta l'obbligo tributario. Si tratta, in altre parole, delle persone che rientrano nella "no tax area" e, in quanto tali, normalmente escluse dal meccanismo tributario del credito d'imposta.

Ebbene, il legislatore - per favorire anche queste categorie di soggetti e per non escluderle dalla possibilità di sfruttare le agevolazioni edilizie - ha previsto anche in questa ipotesi la possibilità di cedere il credito d'imposta corrispondente alla detrazione astrattamente riconoscibile per gli interventi in questione.

La differenza, però, è rappresentata dal fatto che la cessione può avvenire - oltre che in favore delle ditte appaltatrici e di altri soggetti privati - anche a beneficio di istituti di credito, come banche e intermediari finanziari. Altro elemento differenziale è che, in quest'ipotesi, la cessione può avvenire anche a pagamento totale o parziale delle prestazioni fruite o per abbattere mutui o finanziamenti erogati per l'esecuzione dei lavori.

Per chiarire con un esempio questa terza ipotesi, si prenda il caso di Tizio - soggetto incapiente perché non possiede un reddito tassabile - che esegue lavori di costruzione prendendo un mutuo presso la banca Alfa. Tizio potrà cedere il credito d'imposta alla banca o al costruttore Beta, rispettivamente per pagare parte del finanziamento o dei lavori eseguiti; in alternativa, potrà cedere il credito senza utilizzarlo, così ricevendo in contanti - da parte degli acquirenti del credito stesso - la somma corrispondente alla detrazione di cui, considerando che si tratta di soggetto in regime di "no tax area", non avrebbe comunque potuto godere.

Vantaggi per il cedente e per il cessionario di credito d'imposta?

In tutti i casi che abbiamo finora considerato, il vantaggio principale della cessione del credito d'imposta è che il cedente potrà godere in un'unica soluzione delle somme corrispondenti alla detrazione riconosciuta dalla legge, senza dover attendere il decorso degli anni previsti dalla normativa: infatti, se non si cedesse il credito e lo si volesse usare in compensazione, la relativa detrazione sarebbe fruibile in rate annuali che vanno da un minimo di 5 ad un massimo di 10 a seconda dei diversi regimi di detrazione previsti.

Viceversa, dal punto di vista del cessionario (ossia, chi acquista il credito) sarà possibile utilizzare il credito acquistato in due modi: o cedendolo ulteriormente a terzi oppure utilizzandolo in compensazione nei propri rapporti col Fisco. Così, tornando all'esempio della banca Alfa - cessionaria del credito di Tizio - questa potrà rivendere il credito ad un'altra banca, oppure decidere di utilizzare il relativo importo per "scalare" in misura corrispondente - in cinque o dieci rate, a seconda dei casi - le tasse dovute all'erario.

In particolare, la detrazione corrispondente al credito d'imposta ceduto, può essere utilizzata in compensazione dal soggetto cessionario a partire dal 10 marzo del periodo d'imposta successivo a quello in cui sono state sostenute le spese (da parte del cedente) per gli interventi di riduzione del rischio sismico. La quota di credito eventualmente non utilizzata nell'anno potrà essere oggetto di compensazione, per il residuo, negli anni successivi, ma non è possibile chiederne il rimborso.

Se, invece, il cessionario ha intenzione di cedere a sua volta il credito d'imposta ha l'onere di comunicare tale intento all'Agenzia delle Entrate, utilizzando gli appositi canali telematici.

Naturalmente, se verifiche fiscali successive dovessero accertare l'assenza dei requisiti (in capo al cedente) per ottenere, in tutto o in parte, la relativa detrazione oppure l'indebita fruizione da parte del cessionario (perché, ad esempio, la cessione è avvenuta in favore di una banca quando tale ipotesi è vietata), i relativi importi verranno sottoposti a riscossione, maggiorati di interessi e sanzioni.

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