Carbon Mind è una startup innovativa di Ascoli Piceno che si occupa di materiali compositi, grazie ad un team specializzato fatto di professionalità scientifiche. Ne abbiamo parlato insieme a Virginia Alluzzi, Product Designer, per conoscere meglio la loro storia.
Storie di Startup oggi ci porta a raccontare l'esperienza di Carbon Mind, una Startup innovativa specializzata nei servizi di ingegneria per il settore dei materiali compositi avanzati con sede ad Ascoli Piceno. La storia di Carbon Mind nasce essenzialmente dall'esperienza del suo CEO Alessia Nardinocchi e si è arricchita grazie ad un team altamente professionalizzato: architetti, ingegneri, chimici e tutte le competenze che servono per realizzare prodotti di alta tecnologia.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Virginia Alluzzi, Product Designer per Carbon Mind, che abbiamo intervistato per capire meglio di cosa si occupa Carbon Mind e dove vuole arrivare.
- Iniziamo con il dare qualche indicazione per aiutare i nostri lettori a capire qualcosa in più su Carbon Mind. Chi siete e casa fate? Due domande classiche per impostare un discorso d'introduzione.
Carbon Mind è una startup innovativa che nasce per offrire servizi di ingegneria a 360 gradi all’interno del settore dei materiali compositi. In un unico ambiente è possibile trovare tutte le competenze necessarie per sviluppare un’idea progettuale, dalla fase di concept e/o co-design, fino alla fase di prototipazione, passando per il testing e l’industrializzazione. Tutto ciò è possibile grazie ad un team diversificato nei ruoli e nelle funzioni: ingegneri, chimici, architetti, designer gestiscono tutte le fasi di un servizio verticalizzato e completo.
Tale approccio risulta essere vincente in un settore dove non è possibile scindere un prodotto dai materiali di cui è costituito e dal processo con il quale è realizzato. La forza dei materiali che lavoriamo, infatti, è quella di riuscire a rispondere a precisi requisiti di performance ed ultimamente la loro applicazione non è più solo appannaggio di settori come l’Automotive, l’Aerospace, etc., ma questi materiali stanno entrando nella nostra vita più velocemente di quanto ce ne accorgiamo, in una sorta di silenziosa rivoluzione. Il mondo sta cambiando, il futuro della mobilità sta virando verso un alleggerimento delle masse in movimento: meno carburante, meno energia, meno consumo, meno emissioni, più velocità. Auto elettriche, biciclette, ma non solo, droni che trasportano kit di pronto soccorso, o arredo che si solleva con un dito. Grazie alla fibra pesiamo meno, consumiamo meno e siamo più competitivi. E tutti possono esserlo. Le applicazioni del materiale sono potenzialmente infinite e il principale vantaggio del suo utilizzo è quello di ottenere prodotti e componenti con pesi minori a parità di prestazioni strutturali: sono materiali più resistenti e durevoli della plastica, più forti e leggeri dei metalli.
- Diciamo che i vostri migliori clienti sono quelle aziende che vogliono fare innovazione di prodotto partendo anche dal tipo di materiale, giusto?
Certo, il nostro approccio si ispira molto al materiale che trattiamo: alleggeriamo la complessità del processo di progettazione mettendo a disposizione le nostre competenze ingegneristiche e accompagnando il cliente in tutte le fasi di sviluppo di un prodotto. Non solo. La disponibilità di un laboratorio interno, l’impiego di attrezzature all’avanguardia e la costante tensione alla qualità, assicurano ai clienti un vantaggio competitivo nel mercato dei super-materiali. Alle classiche attività di consulenza si aggiungono una serie di servizi che sfruttano le più moderne tecnologie (software CAD/CAE, robotica collaborativa, additive manufacturing, reverse engineering, etc.). Non meno importante il tessuto industriale all'interno del quale nasce Carbon Mind, il network industriale piceno, che ci permette di garantire avviamenti di produzione e progettazione ad hoc di macchine industriali. Mettere a disposizione le migliori competenze e i migliori talenti costituisce la base di un’organizzazione ad alto contenuto tecnologico.
- Come siete passati dall’idea all’impresa?
Carbon Mind nasce per rispondere ad un mercato tra uno dei più dinamici al mondo con un trend costantemente in crescita e in cui l’Italia è uno dei protagonisti. Il nostro ruolo è quello di posizionarci tra i clienti e la produzione, in quel passaggio fondamentale ma spesso non noto della filiera produttiva dei materiali compositi. Prototipare, ottimizzare, testare materiali e processi è fondamentale per l’efficacia e il successo di ogni prodotto.
- Uno degli aspetti che mi ha colpito di Carbon Mind è che sembra avere la struttura e l’organizzazione di un’azienda storicizzata ma la freschezza di una startup, da cosa dipende quest’anima duplice?
La startup si configura come un hub in grado di offrire un servizio flessibile e customizzato per rispondere alle crescenti richieste di performance dei materiali compositi. Il livello di know-how è alto e concentrato su poche risorse fondamentali. Il background di conoscenza del settore aeronautico della General Manager, l’Ing. Alessia Nardinocchi, ci permette di guardare al futuro del composito con grande consapevolezza. Non solo, nascendo come satellite di HP Composites, azienda leader a livello mondiale nella produzione di componenti in fibra di carbonio, che ad oggi conta più di 600 dipendenti, abbiamo la possibilità di interfacciarci continuamente e fisicamente con il risultato della nostra progettazione.
- In ogni caso, quali sono le sfide, come startup, che vi trovate ad affrontare quotidianamente (non necessariamente legate al servizio ma anche nella gestione dell’attività di impresa)?
La principale sfida di qualsiasi startup è quella di emergere, di farsi spazio nel mercato e di contare su risorse umane motivate e disposte a fronteggiare la componente di rischio con cui ogni startup convive. Un altro grave problema della “condizione” di startup è quella di essere spesso considerati più come potenziali partner che come fornitori di servizi. Ciò limita notevolmente gli investimenti che la startup può fare. Lavoriamo però ogni giorno per rassicurare la nostra rete e per cercare potenziali clienti con cui condividere il nostro modello di gestione del progetto. Quando riceviamo fiducia da piccole e grandi realtà, il nostro lavoro è già a metà dell’opera.
- Attualmente come si sostiene economicamente Carbon Mind?
Carbon Mind fa parte di una rete di 13 aziende con sede tra Marche e Abruzzo denominata “Polo dei materiai compositi” che ha l’obiettivo di promuovere la crescita industriale del territorio attraendo investimenti nel settore dei materiali compositi.
Inoltre, la fiducia dimostrata dalla Regione Marche ci ha permesso di crescere economicamente e nella struttura interna: la startup infatti è vincitrice di diversi bandi regionali che hanno permesso di portare a termine progetti di investimento importanti e potenziare l’offerta. È stata implementata una vasta area prototyping che consente di realizzare prodotti in composito con diverse tecnologie e sono in fase di allestimento una piccola clean room e autoclave, una pressa ed altre equipment che danno ai clienti la possibilità di vedere realizzati i propri progetti, testare nuovi materiali e nuove tecnologie. Tutto questo si traduce in una riduzione del time – to – market e dei costi delle fasi di studio preliminare.
È proprio grazie a questi investimenti che Carbon Mind può annoverare tra i suoi clienti big player del mondo industriale e della ricerca. Per citare alcuni nomi: ASK Industries, AVIO, FIA, Lamborghini, Pininfarina, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino, e molti altri ancora.
La startup è inoltre molto attiva nel promuoversi ed allargare il proprio network: con le ultime esperienze di SMAU Milano e SMAU Ancona 2019 abbiamo raccontato il nostro approccio e, con grande soddisfazione, ciò che è stata maggiormente apprezzata è l’elasticità dei servizi e la produzione di prototipi e piccole serie per testare i prodotti prima di industrializzarli, il nostro core business.
-Ogni startup, ad un certo punto della sua vita, arriva a toccare il punto più critico della propria storia, e spesso questo rappresenta la fine di un ciclo e l’inizio di un altro. È stato così anche per voi? Quale è stato il momento più critico della vostra storia?
Una startup convive sempre con momenti critici, a nostro parere. La nostra esperienza è comunque piuttosto diversa. Carbon Mind nasce dall’idea dell’Ing. Nardinocchi che ha colto un’esigenza particolare del mercato e ha creato una realtà reattiva a questa necessità. Questo rappresenta un punto di debolezza e un punto di forza allo stesso tempo: il personale, che in una startup solitamente è unito da un’idea comune di business da cui partire, in questo caso viene tenuto insieme dalla passione per il settore. Ma al giorno d’oggi, essendo il mondo del lavoro molto competitivo e dinamico, la sfida di avere un team solido e coeso è grande. A questo la General Manager cerca di ovviare creando parità tra le figure, un’atmosfera positiva e favorevole al lavoro e giornalmente si occupa di curare la comunicazione con e tra i dipendenti.
Un altro problema riguarda prettamente il settore: come già detto una delle difficoltà è emergere e, considerati gli attori che dominano l’importantissimo mercato dei materiali compositi e delle loro applicazioni, farsi strada non è mai semplice.
- Un altro grande classico, di estrema importanza, l’importanza del team?
Il team in una startup è fondamentale. Ogni componente rappresenta una risorsa inestimabile. Nel caso di Carbon Mind ogni componente possiede uno stile di lavoro selezionato accuratamente per aggiungere valore e per guidare giorno dopo giorno il futuro della startup stessa. L’approccio proattivo e la capacità di problem solving caratterizzano l’ossatura di Carbon Mind, che si interfaccia costantemente con un mercato in cui la velocità di esecuzione e la qualità del servizio devono viaggiare sempre parallelamente. Il nostro team è tutto questo.
- Come si è sviluppata nel tempo l’idea di Carbon Mind? Il servizio o i prodotti offerti oggi sono gli stessi di quando avete iniziato oppure c’è stato uno sviluppo e dei cambiamenti nel corso degli anni?
Carbon Mind è stata in grado di individuare, sin dalla sua fondazione, tutti quei servizi necessari per portare a termine con successo i progetti più diversificati, nel settore dei materiali compositi. La solidità del know-how e le differenti competenze del team permettono di gestire tutte le fasi dei progetti, dal concept al trasferimento tecnologico presso l’azienda cliente. La conoscenza interna è frutto di un’esperienza che si è generata nel tempo grazie alle figure chiave della startup, le quali hanno contribuito a creare quel valore aggiunto, e a fornire una marcata flessibilità nei servizi offerti. In più la startup si sta dotando di attrezzature per l’additive manufacturing e il rapid prototyping, insieme a dispositivi all’avanguardia come robot collaborativi per automatizzare i processi più ripetitivi e dedicare le risorse allo sviluppo di prodotti ed idee.
- Progetti per il futuro?
Il nostro obiettivo è quello di essere driver di un cambiamento ed aprirci significativamente non solo a settori come l’Aerospace, Marine, Automotive, ma anche a mercati con produzioni potenzialmente più vaste nell’ambito consumer, come il Living, il Leisure&Sport, dispositivi per il Wellness o per qualsiasi applicazione dove la leggerezza può risultare cruciale. Quello che vogliamo, mettendoci a completa disposizione delle nuove richieste di prodotti, è accorciare la distanza che solitamente intercorre tra un potenziale cliente e il mondo di quelli che vengono chiamati super-materiali.
Nel frattempo continuiamo a fare ricerca sui materiali per creare alternative di minor impatto ambientale, fornendo al cliente la possibilità di accoppiare fibre naturali alla matrice di resina che le riveste. Inoltre il nostro laboratorio interno è impegnato giornalmente su test fisici, chimici e meccanici, per studiare e implementare le potenzialità del materiale composito.
Sappiamo che questo mercato è un mercato in crescita, davanti al quale non vogliamo trovarci impreparati: tutto ciò rappresenta una grande opportunità per la crescita industriale ed economica italiana.
Ringranzio Virgina Alluzzi per il tempo che ci ha dedicato, e ci tengo a ringraziare anche il CEO Alessia Nardinocchi che fin da subito si è mostrata disponibile ed entusiasta di condividere sul blog di Know How la storia di Carbon Mind. Il nostro sforzo quotidiano è quello di generare un punto di incontro tra imprese e professionisisti. Siamo convinti che la collaborazione sia il più importante motore di crescita personale e aziendale: professionisti e consulenti che supportano le imprese, imprese che supportano altre imprese e professionisti che collaborano tra di loro in un'unica grande rete.
La storia di Carbon Mind mi spinge infine ad una riflessione: la parola startup, almeno in Italia, è troppo spesso associata a qualcosa di vago che evoca l'immagine di un gruppo di amici che nel tempo libero si dilettano al gioco dell'imprenditore. La situazione dell'Italia per investimenti nelle nuove imprese è nota a tutti. Con le altre nazioni europee economicamente avanzate, vedi Francia, Regno Unito, Germania e forse non solo, praticamente non c'è partita. La situazione generale, negativa, probabilmente è causa anche e non solo di un problema culturale che passa attraverso una corretta definizione di startup.
La startup è un'impresa, senza se e senza ma. Con l'unica differenza di dedicare i propri sforzi in settori spesso pionieristici, investendo su servizi e prodotti nuovi, che necessitano di essere compresi ed apprezzati dal mercato. Le startup sono fatte di persone che fanno impresa al pari delle aziende storicizzate, con la differenza di essersi accollati qualche rischio in più. Gli startupper sono degli avventurieri impavidi che hanno raccolto la sfida lanciata dai nuovi mercati. Lo sappiamo bene anche noi di Know How che abbiamo raccolto la sfida di un nuovo modo di mettere in contatto imprenditori e professionisti del ramo economico e lagale.
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