Tanti sono i settori che hanno subito pesantemente le restrizioni imposte a causa del Covid-19. Uno di quelli più colpiti è sicuramente quello dei matrimoni, il cui indotto è di notevoli dimensioni e che ora necessita di supporto economico per poter ripartire in attesa della normalità.
Si tratta di un incentivo che è stato previsto nel recente Decreto Sostegni Bis e che mira a fornire un ristoro economico non solo alle imprese che operano nel settore ma anche ai diretti interessati, ovvero gli sposi che hanno dovuto rimandare i festeggiamenti previsti per il 2020.
Le coppie che decideranno di sposarsi nel 2021, potranno approfittare di una detrazione di imposta lorda del 25% sulle spese sostenute per il ricevimento. La detrazione può arrivare al massimo a 25.000 euro, e prevede un’erogazione spalmata su 5 anni.
Ovviamente non tutte le spese si possono portare in detrazione ma solo alcune di esse:
Il Bonus può essere richiesto dai dipendenti di aziende o cooperative, artigiani, operai, apprendisti e lavoratori a domicilio
Il Bonus Matrimoni consente di portare in detrazione le spese sostenute negli anni 2021, 2022 e 2023. Ricordiamo che le somme portate in detrazione potranno essere recuperate nell’arco di 5 anni.
È necessario innanzitutto che il matrimonio sia civile o concordatario, che il richiedente abbia un contratto di lavoro attivo da almeno una settimana. Se il richiedente è in congedo lavorativo non lo deve essere da più di 30 giorni. Se si è disoccupati bisogna dimostrare di aver lavorato per almeno 90 giorni fino a 15 giorni prima del matrimonio.
Per le imprese si tratta di un contributo a Fondo Perduto che ammonta al 30% della differenza tra il fatturato 2020 rispetto al 2019. Le imprese devono risultare attive al momento della richiesta ed essere residenti nel territorio italiano. Inoltre devono essere registrate con codice Ateco nei settori “ristorazione collettiva” oppure “wedding”.
Sì, ma spetta una cifra fissa pari a 5.000 euro.
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