È importante conoscere le diverse forme di comunicazione che utilizza l’Agenzia delle Entrate, perché questo può aiutare a gestire meglio la preoccupazione che ci assale quando si riceve una comunicazione di tipo fiscale, e ci dà uno strumento aggiuntivo per comportarci con consapevolezza.
Premesso che l’Agenzia delle Entrate adotta diverse tipologie di approcci comunicativi con il contribuente, l’Avviso Bonario è uno dei metodi di comunicazione che l’Agenzia, appunto, utilizza quando c’è qualcosa che non va. Tuttavia, tra tutti gli avvisi che si possono ricevere, l’Avviso Bonario è quello che desta meno preoccupazione di tutti, e lo dice la stessa espressione che è stata adottata. A dire il vero, la locuzione Avviso Bonario non è un termine tecnico e non lo troveremo mai utilizzato nel diritto tributario. Infatti è una locuzione propria dell’Agenzia, la quale invia una comunicazione al contribuente per avvisarlo che, in seguito a un controllo sulla dichiarazione dei redditi, sono emerse delle incongruenze, che devono essere verificate e sanate. Nell’ambito del diritto tributario, la locuzione Avviso Bonario è modificata in “comunicazione d'irregolarità”.
L’invio dell’avviso bonario è di notevole importanza. Non è soltanto una scelta formale, utile a informare il contribuente ma è parte di un iter molto specifico che se non rispettato, dà al contribuente un motivo per evitare il pagamento. Infatti, la cartella di pagamento che l’Agenzia delle Entrate emette, in merito a un’incongruenza rilevata, è nulla qualora non sia stata anticipata da un avviso bonario. In questo caso il contribuente è tenuto a non pagarla.
Dal momento che l’Avviso bonario ha lo scopo di informare il contribuente che è emersa una incongruenza in seguito a un controllo formale, la ricezione dell’avviso deve necessariamente portare a un’azione del contribuente stesso. Infatti, l’Agenzia delle Entrate dà a quest’ultimo un tempo di 30 giorni per rispondere e sanare il debito aggiuntivo che l’Agenzia ha calcolato in termini di sanzioni, interessi o maggiori imposte. Tuttavia, può anche succedere che in realtà l’incongruenza individuata dall’Agenzia non sia veritiera, magri a causa di un errore di battitura da parte di chi ha compilato la dichiarazione. Basta l’aggiunta di una cifra a una certa somma per modificare completamente il calcolo di una dichiarazione dei redditi. In questo caso il contribuente può contestare l’Avviso bonario, sempre entro il termine dei 30 giorni, e ovviamente deve produrre tutta la documentazione utile a dimostrare l’errore di valutazione commesso in questo caso dall’Agenzia. Se quest’ultima ritiene giustificata l’opposizione del contribuente, l’Avviso bonario può essere annullato, insieme alle relative somme aggiuntive richieste.
Certo, in questo senso non vi è nulla, nell’avviso bonario, che impedisca una rateizzazione della somma dovuta. In ogni caso, sia che si scelga il pagamento dilazionato che quello in un’unica soluzione, è sempre importante rispettare il termine dei 30 giorni a partire dalla ricezione. Questo, infatti, consente di ottenere una riduzione sul 30% di sanzioni. La riduzione può essere di 1/3 oppure di 2/3 in base al tipo di controllo da cui è scaturito l’avviso bonario. La forma rateale può essere di 8 oppure 20 rate, in base alla somma dovuta:
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