Era atteso già da tempo l’assegno unico per i figli a carico, e si sperava che entrasse a regime fin da quest’anno. Complice la pandemia ma soprattutto una riforma fiscale che stenta a partire, dal 1° luglio ha inizio un assegno ponte che coprirà l’ultimo semestre di quest anno.
A partire dal 2022, invece, l’assegno dovrebbe andare definitivamente a regime. Nell’articolo di oggi vediamo come funzionerà la versione “ponte” dell’assegno familiare.
A tutte le famiglie in cui sia presente un minore con età inferiore a 18 anni. Quando l’assegno sarà a regime, in teoria l’età dovrebbe essere elevata fino ai 21 anni. A differenza dei precedenti assegni familiari riservati ai lavoratori dipendenti, il nuovo assegno sarà riconosciuto a tutte le categorie di lavoratori e non solo:
È bene sottolineare l’elenco dei percettori in quanto le categorie 1, 3 e 4 fino ad oggi non avevano diritto agli assegni familiari. Questi ultimi, saranno un po’ più corposi per i lavoratori dipendenti, con un aumento che si stima sia di circa 40 euro su base mensile.
Premesso che vi è differenza tra l’assegno percepito da un lavoratore dipendente e un lavoratore autonomo, l’assegno varierà in funzione del reddito così come emerge dall’ISEE. Detto ciò, l’importo massimo mensile per primo e secondo figlio è di 167,5 euro ciascuno, quindi una famiglia con due figli minori potrà ottenere 335 euro. Se è presente un terzo figlio, l’assegno di base (167,5 euro) dev’essere aumentato del 30% per ciascun figlio, arrivando a 217,75. Quindi, una famiglia con 3 figli dovrebbe ottenere un assegno di 653.25 euro mensili. Questa cifra diminuisce in maniera inversamente proporzionale all’aumentare dell’ISEE.
No, l’assegno base di 167,5 euro è riconosciuto, per questo primo semestre di prova (fino al 31 dicembre 2021) a tutti tranne che ai lavoratori dipendenti che già percepiscono l’assegno familiare in busta paga. Per questi vi sarà un aumento ma nell’ordine di 40 euro mensili circa per famiglie con 2 figli a carico, e di 70 euro mensili per famiglie con almeno 3 figli a carico.
Sì è vero, ma non accadrà prima del 31 dicembre 2021. Le detrazioni saranno accorpate nell’assegno unico a partire dal 2022, quando la nuova manovra andrà a regime.
Essere cittadino italiano, europeo, extraeuropeo, titolare di diritto di soggiorno, di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo o per motivo di lavoro o ricerca di durata almeno semestrale. Pagare le tasse in Italia. Essere residente e domiciliato in Italia con i figli a carico fino al compimento del 18 esimo anno. Oppure residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi. Oppure titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di durata almeno semestrale. Il nucleo del richiedente deve essere in possesso dell’Isee.
Possono accedere all’assegno unico le famiglie con ISEE non superiore a 50.000 euro.
Sì, è prevista una maggiorazione dell’assegno unico pari a euro 50 mensili.
Il massimale è previsto per ISEE fino a 7000 euro.
La domanda va presentata entro il 30 giugno tramite CAF o Patronati, in base alle modalità che saranno comunicate dall’INPS entro il 30 giugno del 2021. L’erogazione dell’assegno avverrà a partire già dal mese di luglio, con accredito diretto in busta paga oppure sul conto indicato al momento della presentazione della domanda.
No, l’assegno non concorre alla formazione della base imponibile ai fini IRPEF.
Sì, l’assegno unico per i figli a carico è compatibile anche con il RdC. Non solo, è compatibile in generale con tutte le misure di sostegno al reddito che erogano i Comuni e le Regioni in aggiunta alla azioni di governo.
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