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Aprire un negozio di animali: la procedura da seguire

Aprire un negozio di animali: la procedura da seguire

Chi lo dice che il nostro amore per gli animali non possa diventare anche un motivo per mettere alla prova la propria capacità imprenditoriale? Del resto i margini sono ottimi, se pensiamo che solo il pet food in Italia vale oltre 2 miliardi euro.



Il negozio di animali domestici è quell’esercizio commerciale dove è possibile acquistare esemplari di animali d’affezione e tutto l’occorrente per la loro alimentazione e la loro salute; è possibile inoltre, dotare i locali di un’apposita area per il lavaggio e la toelettatura. Ci sono alcuni negozi che non prevedono la vendita di esemplari vivi ma solamente la commercializzazione di cibi e oggettistica.

A seconda quindi del servizio che si vorrà avere, cambiano gli adempimenti burocratici e anche gli aspetti economici per poter avviare il negozio. Il primo passo da fare è sicuramente quello di procurarsi un locale in cui saranno predisposte le scaffalature e gli stalli che ospiteranno gli animali e che saranno poi oggetto di analisi da parte del servizio veterinario dell’ASL.

All’interno del negozio, come già accennato, è anche possibile avere un servizio di toelettatura, in cui sarà possibile prendersi cura degli animali attraverso il loro lavaggio, asciugatura e tosatura: questo tipo di servizio presuppone personale qualificato, che sappia rapportarsi con i vari caratteri degli animali (si parla quasi esclusivamente di cani in questo caso) e che abbia seguito dei corsi specializzati in questo tipo di lavoro.

Quando si parla di negozi per animali, il codice Ateco a cui fare riferimento qualora tu sia intenzionato ad approfondire presso la Camera di Commercio di riferimento per la tua provincia è il numero 47.76.2 che indica il Commercio al dettaglio di animali domestici (inclusi articoli e alimenti). In sostanza tale codice ci permette di coprire più o meno tutti gli articoli tradizionalmente disponibili in un negozio per animali.

Gli adempimenti da considerare, sono quelli classici per la costituzione di una qualsiasi impresa:

  1. Scegliere la forma giuridica;
  2. Aprire la partita iva
  3. Iscriversi all’INPS Commercianti;
  4. Iscriversi alla Camera di Commercio;
  5. Comunicazione al SUAP con SCIA;
  6. Richiedere l’autorizzazione sanitaria rilasciata dal servizio veterinario della ASL competente.

Ricordiamo che per quanto riguarda il punto 1, il notaio non è essenziale qualora si scelga per una ditta individuale. Rispetto al punto 5 ricordiamo che la SCIA è la Segnalazione Certificata di avvio attività. Rispetto al punto 6, infine, vale ricordare che l’autorizzazione non è necessaria qualora l’attività sia orientata esclusivamente

Prima di procedere bisogna dotarsi di PEC e Carta Nazionale dei Servizi (CNS) con funzioni di firma digitale. Questi adempimenti possono essere effettuati autonomamente, oppure affidandosi ad un esperto, a cui conferire una procura scritta, che provvederà ad espletare l’iter burocratico.

Vale ricordare che esistono poi una serie di requisiti morali, quali quelli sulla pubblica sicurezza e quelli validi per l’antimafia.

Per chi volesse approfondire autonomamente, è possibile consultare i seguenti documenti:

  1. RIFERIMENTI LEGISLATIVI: D.Lgs. 31/03/1998, n. 114; D.Lgs. 26/03/2010, n. 59, art. 71; Ministero dello Sviluppo Economico Circolare n. 3635/C del 06/05/2010; L. 07/08/1990, n. 241, art. 19; Ministero dello Sviluppo Economico - Parere del 18/08/2011, Prot. 0155938; circolare n. 3656/c del 12/09/2012 (prot. n. 0189658) di commento del D. Lgs. 59/2010, pag. 8, par. 2.1.5;
  2. NORMATIVA SANITARIA: CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO - Accordo 06/02/2003 (G.U. n. 51 del 03/03/2003); D.P.R. 08/02/1954, n. 320, art. 24; L. 14/08/1991, n. 281; D.P.C.M. 28/02/2003.

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