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Analisi tecnica e trading: i principali indicatori

Analisi tecnica e trading: i principali indicatori

Il trading è una disciplina che non può essere lasciata al caso, e che può dare enormi soddisfazioni se viene approcciata con la giusta mentalità. Un aspetto a cui fare attenzione sono quelli che l’analisi tecnica definisce gli indicatori.



Gli indicatori per il trading: cosa sono?

Quando si parla di trading, affiancare l’analisi tecnica non è un’opzione ma è la base di ogni strategia che si deciderà poi di applicare. Gli indicatori hanno la funzione di aiutare il trader a capire quali saranno le prossime tendenze del mercato finanziario, così da poter prevedere, nei limiti del possibile, se sia il momento migliore per vendere o acquistare.

Leading e Lagging: cosa vuol dire?

A seconda che l’indicatore si rivolga al futuro oppure al passato, può definirsi un indicatore Leading oppure Lagging. I primi, appunto, aiutano il trader a prevedere gli eventi futuri. I secondi, invece, forniscono strumenti per comprendere il passato in maniera da poter utilizzare queste conoscenze pregresse per prevedere le tendenze future. Lo scopo ultimo, come leggiamo, è sempre il medesimo, nell’uno e nell’altro caso.

Quanti indicatori utilizzare nel trading?

Non esiste un numero minimo oppure massimo, eppure è importante precisare che con il passare del tempo, e l’aumentare dell’esperienza, la maggior parte dei trader finiscono per utilizzare un numero limitato di indicatori, spesso sempre gli stessi, quali che si ritiene di saper leggere con maggiore efficacia e da cui si ottiene maggiore supporto. Ciò vuol dire che gli indicatori migliori sono quelli che saprai leggere con più efficacia, e il numero esatto di indicatori da utilizzare, dipenderà esclusivamente dalle tue peculiarità di investitore.

Dove si trovano gli indicatori?

A scanso di equivoci, gli indicatori non sono altro che dei calcoli matematici rappresentati visivamente come dei tracciati sui grafici dei prezzi. Per un trader alle prime armi, può essere utile tenere conto di almeno 5 indicatori di base che ritengo possono fare la differenza. Per alcuni saranno uno spunto di riflessione per un futuro utilizzo, per altri strumenti già in uso, del resto va ribadito che gli indicatori sono qualcosa di molto personale. E va precisato, infine, che l’espressione “indicatori di base” non indica qualcosa facile da usare ma semplicemente qualcosa con cui vale la pena iniziare. Gli indicatori su cui vale la pensa soffermarsi in prima battuta sono:

  1. Media Mobile Esponenziale (EMA);
  2. L’indicatore RSI;
  3. Ichimoku Cloud;
  4. Oscillatore Stocastico;
  5. Le Bande di Bollinger.

La Media Mobile Esponenziale (EMA)

In inglese definita Exponential moving average (EMA). Questo indicatore va a braccetto con la Media Mobile semplice, uno degli indicatori più utilizzati da tutti i trader. A differenza di quest’ultima, che comunemente lavora meglio su range di 50 o 200 giorni, la media mobile esponenziale è molto più sensibile alle informazioni recenti. Spesso questo indicatore viene infatti utilizzato a supporto di altri per confermare le analisi predette. I range più utilizzati sono quelli a 12 e 26 giorni ma non sono rari i casi di utilizzo a 50 o 200 giorni, che molti ritengono superfluo in quanto la caratteristica della Media Mobile Esponenziale è la sua reazione alle più recenti variazioni di prezzo. Si ottiene esattamente come la media semplice, ovvero dividendo il prezzo di un certo intervallo di tempo diviso il numero di punti che vogliamo inserire nella rappresentazione grafica. Nella media esponenziale viene dato un peso maggiore ai punti più recenti.

L’indicatore RSI

In inglese si definisce Relative Strength Index (RXI). In questo caso siamo di fronte ad uno degli indicatori classici del trader tanto che gli stessi broker lo forniscono gratuitamente a disposizione di chiunque. Viene utilizzato per cogliere segnali dagli eccessi di vendita o dagli eccessi di acquisto. Se letto correttamente, consente di capire se una certa tendenza abbinata ad un certo titolo azionario stia iniziando o se sta entrando in una fase di conclusione. La lettura per il trader meno preparato non è complessa in quanto si tratta di valutare se l’indice sia più o meno alto. Quanto più è alto il valore di RSI più significativi sono i volumi di scambio, più è basso meno significativi sono i volumi.

Ichimoku Cloud

Decisamente più avanzato e sicuramente più complesso alla lettura è l’indicatore Ichimoku Cloud. Ideato intorno al 1969, l’utilità di questo indicatore consiste nella sua capacità di offrire una serie di dati all’interno di un unico grafico. Questo è ciò che si evince anche traducendo dal giapponese la parola Ichimoku che in italiano suonerebbe come Diagramma di Equilibrio ad un singolo sguardo. È costituito da 5 linee grafiche mostrano i livelli di supporto e resistenza, nonché lo slancio e la direzione di tendenza. Solitamente i trader lo utilizzano per ottenere molte più informazioni di quelle fornite da un normale grafico a candele I trader utilizzano Ichimoku Cloud per raccogliere più informazioni di quelle fornite da un normale grafico a candele. Tuttavia il suo potenziale è maggiore se utilizzato in abbinamento ad altri strumenti di ricerca. Non è pensabile realizzare un’analisi tecnica fermandosi all’indicatore Ichimoku, per quanto completo possa sembrare.

Oscillatore Stocastico

Molto apprezzato dai trader meno convenzionali è l’oscillatore stocastico (stochastic oscillator). Si tratta di un indicatore che confronta nel tempo uno specifico prezzo di chiusura di un'attività con una gamma dei suoi prezzi nel tempo. È uno strumento di analisi algoritmica e utilizza una scala da 0 a 100. Una lettura inferiore a 20 rappresenta generalmente un mercato ipervenduto e una lettura superiore a 80 un mercato ipercomprato. Per una lettura più approfondita, l’oscillatore stocastico è costituito da 4 elementi fondamentali: una linea di media mobile, una linea che mette in relazione il prezzo di chiusura con un certo range di prezzo entro un dato periodo, la Livellatura ovvero un parametro utile al calcolo dell’Oscilattore e i due assi orizzontali con valore 80 e 20.

Le Bande di Bollinger

Ai canali rialzisti e ribassisti si rivolge anche L’indicatore Bande di Bollinger. Questo fornisce un intervallo entro il quale viene normalmente scambiato il prezzo di un'attività. La larghezza della banda aumenta e diminuisce per riflettere la recente volatilità. Le Bande di Bollinger misurano la deviazione standard del prezzo, ovvero lo spostamento rispetto della quotazione rispetto al prezzo medio. Lo spostamento di un prezzo continuamente al di sopra o al di sotto dei parametri della banda, si possono ricavare segnali rialzisti o ribassisti.

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