Introdotta nel 1995, la norma sulla riduzione contributiva è stata confermata per l’anno 2020. Quali imprese possono beneficiarne? È compatibile con i fondi interprofessionali? A quanto ammonta lo sgravio? Si applica a tutti i dipendenti? Cosa succede in caso di cessata attività?
Confermata per il 2020 la riduzione contributiva per le aziende del settore edile, secondo una norma che era stata introdotta nel 1995. C’è tempo fino al 2021 per presentare domanda, ma è meglio non aspettare.
Sostanzialmente si tratta di una riduzione sui contributi dovuti per le assicurazioni sociali diverse da quella pensionistica.
Tutte le imprese del settore industria con i codici statistici contributivi da 11301 a 11305 e nel settore artigianato con i codici statistici contributivi da 41301 a 41305, nonché caratterizzati dai codici Ateco 2007 da 412000 a 439909.
Vi sono 3 requisiti fondamentali:
Lo sgravio si applica sull’intero periodo di paga che va da gennaio a dicembre 2020.
No, lo sgravio può essere fatto valere solo per gli operai occupati per almeno 40 ore a settimana, quindi sono esclusi i lavoratori a tempo parziale.
La riduzione, per l’anno 2020, è pari all’11,50%. Va precisato che la base di calcolo deve essere determinata al netto delle misure compensative eventualmente spettanti.
Si, questo caso esiste. Infatti l’agevolazione non trova applicazione sul contributo, pari allo 0,30% della retribuzione imponibile, destinato al finanziamento dei fondi interprofessionali per la formazione continua.
Si, l’azienda che ha cessato la propria attività può richiedere lo sgravio contributivo per i mesi antecedenti il fine attività. Esiste, per questo caso specifico, un apposito modulo messo a disposizione dell’INPS.
La domanda va presentata entro il 15 gennaio 2021. Il mancato rispetto della scadenza non consente di fruire dell’agevolazione contributiva.
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