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8 domande sul Fondo per la filiera della ristorazione

8 domande sul Fondo per la filiera della ristorazione

Per fronteggiare la caduta di fatturato per le imprese che lavorano nella ristorazione con dei precisi codici Ateco, sono stati predisposti dei contributi a fondo perduto. Chi può accedervi? Quali spese copre il contributo? Come si presenta la domanda? Le risposte nell'articolo.



Il fondo di cui parliamo nel presente articolo è stato istituito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che ha messo a disposizione 600 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto, in regime De Minimis, a favore delle imprese che a vario titolo lavorano nella ristorazione.

Quali spese posso coprire con il contributo del Fondo Ristorazione?

Il Ministero ha stabilito che il contributo consente di agevolare l’acquisto di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di un territorio.

Quali codici Ateco possono accedere al Fondo?

Come specificato, l’azione del Ministero delle Politiche Agricole non si rivolge indistintamente a tutte le imprese ma solo a quelle che hanno come codice Ateco prevalente uno dei seguenti:

  • 56.10.11;
  • 56.29.10;
  • 56.29.20

Quali requisiti deve possedere la mia impresa per ottenere il contributo?

L’accesso al Fondo ruota essenzialmente intorno al fatturato. Quello registrato durante il quadrimestre Marzo-Giugno 2020, comprensivo dei corrispettivi medi, dev’essere obbligatoriamente inferiore di tre quarti rispetto al fatturato del medesimo periodo ma relativo all’anno 2019.

Il secondo requisito che l’impresa deve avere riguarda l’anno di inizio attività, che non può essere antecedente al 1° gennaio 2019.

In che maniera e quando viene erogato il contributo?

Il contributo viene pagato come anticipo del 90% al momento dell’accettazione della domanda, sulla base dei documenti fiscali presentati che attestano gli acquisti effettuati. Il saldo, invece, avviene alla presentazione dei documenti di pagamento, cosa che deve avvenire necessariamente mediante mezzi tracciabili.

Quali tasse dovrò pagare sul contributo ricevuto?

Nessuna tassa, infatti il contributo concesso non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi.

Se percepisco per sbaglio il contributo, a cosa vado incontro?

Se non vi è reato, il Ministero provvederà al recupero del contributo ricevuto. Qualora si dovesse configurare un reato di frode, allora è prevista una sanzione amministrativa pari al doppio del contributo ricevuto.

Dopo aver ricevuto il contributo ho cessato la mia attività, cosa succede?

Anche in questo caso, valutato che non vi è alcuna frode, il Ministero, per il tramite dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), provvederà al recupero esclusivamente del contributo ricevuto. La responsabilità in questo caso ricade sia sul beneficiario della domanda che sul firmatario dell’istanza.

Come viene presentata la domanda?

Il Ministero deve ancora stabilire le modalità di presentazione delle domande che, tuttavia, saranno mediante registrazione ad una piattaforma digitale. Per questo il Ministero ha la facoltà di stabilire rapporti di collaborazione con concessionari di servizi pubblici che abbiano la qualifica di Certification Authority e che avranno il compito di predisporre la “piattaforma della ristorazione” e gestire le istanze di partecipazione. Tuttavia, è bene sottolineare che sono attesi maggiori chiarimenti sulla modalità di adesione.

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